I SEGRETI DEI DE BENEDETTI di Enrico
Montermini
GEDI Gruppo Editoriale è il più importante polo della propaganda di
Sinistra in Italia ed è di proprietà della potentissima famiglia ebraica dei De
Benedetti. [1] Lo
scorso 23 giugno Marco De Benedetti ha ereditato dal padre Carlo la presidenza
del gruppo e, forse, anche il ruolo di leadership all’interno della lobby
sionista che controlla l’informazione in Italia. Quella lobby, che, come ho già
scritto in un precedente articolo, sta propagandando l’idea che tutta l’Africa
sta fuggendo in Europa, attraverso l’Italia, a causa delle guerre e dello
sfruttamento economico di cui tutti noi, indistintamente, siamo responsabili. [2]
Ma l’uomo bianco, il gentile, è davvero colpevole di tutti i mali dell’umanità?
Oppure i responsabili andrebbero ricercati nei consigli d’amministrazione della
corporate banking e delle
multinazionali, che controllano gli stessi mezzi di informazione?
Marco De Benedetti, 54 anni,
marito della nota giornalista sportiva Paola Ferrari, pare essere un
galantuomo: fino allo scorso giugno era addirittura membro del Consiglio direttivo
di Save the Children, una delle più
importanti tra le ONG impegnate nei soccorsi in mare. Le sue dimissioni dall’organizzazione sono probabilmente connesse ai nuovi impegni professionali assunti
all’interno di GEDI Gruppo Editoriale.
Apparentemente la condotta di Marco De Benedetti testimonia una sincera
adesione ai principi umanitari della Sinistra. Tuttavia, leggendo meglio il
comunicato stampa della ONG, ho trovato una strana qualifica accostata al suo nome:
<< managing director e co-presidente Europa, The Carlyle Gruop >>.
Incuriosito, ho fatto ricerche su quella che viene talvolta chiamata la “società
più segreta al mondo” e ho scoperto alcune cosette assai interessanti:
<< Il gruppo Carlyle – descritto
dalla rivista Industry Standard come "la più grande società d’investimenti
privata del mondo” – ha 13 miliardi di dollari da gestire soprattutto nel
settore della difesa speculando sui conflitti militari e sulla spesa per le
armi >>. [3]
Bella contraddizione per il
giovane De Benedetti! E ora come la mettiamo con la retorica sionista dei
profughi che fuggono dalle guerre che l’Occidente ha scatenato?
<< Il gruppo Carlyle
annovera tra le sue fila uomini con credenziali importanti intrinsecamente
collegati con il Pentagono, il Dipartimento di Stato e il CFR. L’ex segretario
alla Difesa statunitense Frank Carlucci è il suo presidente e amministratore
delegato (al college è stato compagno di stanza di Donald “Rumy” Rumsfeld). Fra
i partner di Carlyle figurano anche l’ex segretario di Stato americano James
Baker III, George Soros, Fred Malek e persino Bush Senior (consulente esterno).
Non è una novità inoltre che il Gruppo abbia gestito per anni i soldi di Yeslam
bin Laden (fratello di Osama) >>. [4]
Signore e signori, eccovi
elencati alcuni degli uomini più influenti al mondo: tutti soci in affari della
potente dinastia ebraica dei De Benedetti! Tra questi oligarchi spicca il nome
del finanziere ebreo Soros, che il presidente ungherese Orban apostrofa in
questi termini: “Il suo nome è forse l’esempio più forte di quelli che
sostengono qualsiasi cosa che possa indebolire gli stati nazionali, essi
promuovono tutto quello che possa cambiare gli stili di vita tradizionali
europei. Questi attivisti che sostengono gli immigranti ‘inavvertitamente’
diventano parte della rete internazionale dedita al traffico di esseri umani”. [5]
Proprio come i De Benedetti: il figlio Marco a coordinare la tratta degli
esseri umani attraverso il Mediterraneo, il padre Carlo a coordinare la
propaganda della Sinistra favore dell’accoglienza indiscriminata, entrambi in
affari nel business delle armi.
Marco De Benedetti divenne Managing Director e Co-Head dell'Europe Buyout Group di The Carlyle Group nel novembre 2005. Perché? Per capirlo dobbiamo
fare un passo indietro. Era il 2001, quando il governo Berlusconi avviò la
cartolarizzazione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, che si
rivelò il più imponente programma di speculazione immobiliare della storia
italiana:
<< La “finanza creativa”
del ministro Tremonti ha consentito la vendita d’innumerevoli immobili di
proprietà degli enti pubblici (Patrimonio S.p.a.), a prezzi stracciati, in
favore dei grandi gruppi economico-finanziari nazionali ed internazionali.
Un’operazione che non sempre ha garantito il diritto d’opzione in favore di chi
già affittava gli immobili e che ha visto le proteste dei sindacati degli inquilini
e degli stessi enti previdenziali che vedevano ridursi le riserve tecniche a
garanzia delle prestazioni fornite (la gestione degli stessi rappresentava,
infatti, parte importante del capitale di copertura per la corresponsione di
pensioni, sussidi, indennità per infortuni sul lavoro, rendite per malattie
professionali, ecc...). Il governo Berlusconi ha privatizzato, attraverso aste
pubbliche con ribassi sempre più crescenti, gran parte del patrimonio
immobiliare pubblico predeterminando di fatto futuri e prossimi profitti per
poche lobby finanziarie transnazionali. Il Carlyle Group con chirurgico
tempismo e spregiudicatezza si è inserito in questo facile business.
Complessivamente nelle ultime settimane in tutta Italia Carlyle ha acquistato
proprietà per 290.000 metri quadri con una transazione complessiva di 230 milioni
di Euro >>. [6]
Un affare colossale, che ha forse
compromesso in maniera irreparabile la capacità dello Stato di sostenere il
welfare dei lavoratori. Dalla lobby sionista che controlla la stampa italiana
non una parola di protesta.
Chi scrive non è in grado di dire
quanto sia costato l’ingresso in Carlyle della famiglia De Benedetti, però una
cosa è certa: negli stessi anni Sorgenia,
la società elettrica di famiglia, accumulava 600 milioni di euro di debito con Monte dei Paschi di Siena. [7]
Debiti mai rimborsati e che hanno portato la banca senese al fallimento, scongiurato
solo all’ultimo dal governo Renzi attraverso gli aiuti di Stato – ovvero a
spese dei contribuenti.
Riporto i commenti di alcuni
uomini politici raccolti da “Il Giornale”, a cominciare da Lucio Malan: «Sorgenia
evidentemente ha trovato collaborazione dentro la banca, magari da parte di
qualche funzionario inflessibile con un piccolo imprenditore o un artigiano
insolvente per poche migliaia di euro». [8]
Giorgia Meloni: «la banca di
riferimento del Pd presta alla tessera numero uno del Pd centinaia di milioni
per salvare una delle sue aziende fallite. Poi il governo Pd salva la banca
fallita coi soldi degli italiani. Un classico del capitalismo caro alla sinistra:
privatizzare gli utili e socializzare le perdite (degli amici)». [9]
Giovanni Donzelli: «La verità è
che sono sempre pronti a fare i maestrini e i moralisti, ma quando si tratta
del proprio portafoglio non esibiscono la medesima sensibilità e il medesimo
pudore». [10]
Secondo la trasmissione “Report”,
diretta dalla coraggiosa Milena Galbanelli, quei 600 milioni sono stati
trasferiti nei paradisi fiscali: sono questi i capitali con i quali i De
Benedetti sono diventati soci di Carlyle Group? O forse quei soldi sono stati affidati a George Soros per finanziare l’invasione dell’Europa? O magari le due ipotesi coincidono? Inutile chiederlo al vecchio patriarca della famiglia, Carlo De Benedetti, che ride dei pregiudizi degli stupidi goym dopo averli rovinati: “Nella mia vita è prevalsa l’immagine di uno che è molto rigoroso nel lavoro. Forse di una persona un po’ brutale. Ma guardi, le cose che mi piacciono di più sono quelle spiritose… In particolare le barzellette sugli ebrei. E tenga conto che mio padre era ebreo, il nostro cognome ebraico è Ben Baruch, e io stesso mi sento assolutamente ebreo [...] Di Sorgenia non mi sono mai occupato.” [11]
A questo punto non resta che attendere paziente la replica degli scribi farisei come Egenio Scalfari, sempre pronti a difendere il padrone e a tenere lezioni di etica, dall'alto della loro cattedra, agli intolleranti come me!
A questo punto non resta che attendere paziente la replica degli scribi farisei come Egenio Scalfari, sempre pronti a difendere il padrone e a tenere lezioni di etica, dall'alto della loro cattedra, agli intolleranti come me!
Enrico Montermini, 9.08.2017
[1] Fondato
Carlo De Benedetti, il gruppo GEDI è nato dalla fusione tra il Gruppo de l'Espresso e Repubblica e Itedi, la
società de La Stampa e Il Secolo XIX.
[2] E.
Montermini, “Il lavaggio del cervello dei goym”, su “Il blog di Enrico
Montermini”: https://enricomontermini.blogspot.it/2017/08/il-lavaggio-del-cervello-dei-goym-di.html
[3] S.
Falanca, “Il Carlyle Group fa acquisti in Italia. Perché?” su https://www.disinformazione.it/carlylegroup.htm
URL consultato in data 9/08/2017. Più avanti si legge: << Non ultimo è arrivato l'accordo con la Fiat per la cessione di tutte le attività aerospaziali di Fiat Avio. La trattativa coinvolgerebbe anche Finmeccanica in qualità di socio industriale e, secondo una nota del Lingotto, si basa su un "enterprise value" di 1,6 miliardi di euro >>.
[4] Ibidem.
[5] F.
Meneguzzo, “Orban: “George Soros soffia
sul fuoco dell’immigrazione per indebolire l’Europa” su “Il primato nazionale”,
2.11.2015: http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/orban-george-soros-immigrazione-indebolire-europa-33297/
URL consultato in data 9/08/2015
[6] S.
Falanca, cit.
[7] F. De
Feo, “De Benedetti primo debitore. Una voragine da 600 milioni, su “Il Giornale”,
12.01.2017: http://www.ilgiornale.it/news/politica/de-benedetti-primo-debitore-voragine-600-milioni-1350729.html
[8] Ibidem
[9] Ibidem
[10] Ibidem.
[11] S. Merlo, "Nel soggiorno di Carlo De Benedetti. L’Ingegnere racconta se stesso (e molti altri)", su “Il Foglio”, 4.06.2016, http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2016/06/04/news/nel-soggiorno-di-carlo-de-benedetti-lingegnere-racconta-se-stesso-e-molti-altri-96894/ (URL consultato il 10.08.2017)
[11] S. Merlo, "Nel soggiorno di Carlo De Benedetti. L’Ingegnere racconta se stesso (e molti altri)", su “Il Foglio”, 4.06.2016, http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2016/06/04/news/nel-soggiorno-di-carlo-de-benedetti-lingegnere-racconta-se-stesso-e-molti-altri-96894/ (URL consultato il 10.08.2017)
De Benedetti Carlo:l'esatto contrario dell'imprenditore "innovativo" di scuola schumpeteriana. Ogni realtà produttiva che lo ha avuto principale protagonista ha registrato il proprio declino e, viceversa, il maggior profitto per il "rentier" italo-svizzero. Molto più portato ad operazioni di speculazione finanziaria, dove l'unica di merce di scambio è il denaro, in misura minore il suo, mentre i soci in affari si accollavano la maggior parte dei debiti.
RispondiEliminaCome dire la parte peggiore del protocapitalismo italiano.