L'INCONTRO SEGRETO TRA
DRAGHI E SAVONA: IN ARRIVO LA “TEMPESTA PERFETTA”
di Enrico Montermini
di Enrico Montermini
Dieci giorni dopo
l'insediamento del governo Conte, il professor Savona precisò la sua
posizione riguardo alla paventata uscita dell'Italia dall'Euro: "potremmo trovarci in situazioni in cui sono altri a decidere. La mia posizione è di essere pronti a ogni evenienza". Ricordando poi la sua esperienza in Banca Italia, aggiunse che "mi ha insegnato a essere pronti non ad affrontare la normalità ma il cigno nero, lo choc straordinario" e annunciò la sua intenzione di incontrare Mario Draghi per discutere con lui dello "statuto della Bce", che a suo giudizio era "uno dei punti fondamentali" (Libero Quotidiano, 10.07.2018).
Il contesto in cui quelle parole furono pronunciate è quello della decisione, presa della Bce sotto la pressione dei tedeschi, di intervenire sul Quantitative easing. Il Qe è il meccanismo che impone alla Banca Centrale Europea di intervenire per calmierare i mercati comprando i titoli di Stato sotto attacco. Il 14 giugno a Riga Mario Draghi annunciò che il Qe sarebbe stato dimezzato a fine agosto e sarebbe cessato completamente entro la fine dell'anno (Il Sole 24 Ore, 14.06.2018). La decisione non cadde come un fulmine a ciel sereno per gli analisti finanziari, perché fu preannunciato da Peter Praet della Bce (Milano Finanza, 6.06.2018) pochi giorni dopo l'insediamento del governo Conte, avvenuto il 1 giugno: "un tempismo sospetto" commentò a caldo Marco Valli, europarlamentare del M5S (Huffington Post, 6.06.2018). Stabilito questo parallelo, se ne può fare un altro: il momento scelto per il dimezzamento del Qe coinciderà con i giudizi delle agenzie di rating sull'Italia. A questo punto dobbiamo ancora credere alle coincidenze?
Secondo l'agenzia Bloomberg l'incontro tra Savona e Draghi si sarebbe tenuto a Francoforte alla fine di luglio. In quell'occasione Savona avrebbe spronato Draghi affinché la Bce intervenisse dando un segnale forte ai mercati (Milano Finanza, 13.08.2018). Il governo italiano ha smentito quell'incontro, affermando che il ministro Tria è l'unico interlocutore autorizzato a discutere con Draghi. Tuttavia fonti interne alla Bce lo hanno confermato, fornendo ulteriori indiscrezioni. Savona avrebbe promesso a Draghi che la manovra economica attesa per settembre non avrebbe provocato lo sforamento del fatidico 3% del rapporto tra Deficit e Pil. Entro questi limiti il governo intenderebbe avviare almeno fette di flat tax, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. Il nostro ministro per gli Affari Europei avrebbe presentato un piano di investimenti da 50 miliardi di euro, che rilancerebbe i consumi interni, trasformandosi in un volano per la ripresa. E le risorse? Arriverebbero dal differenziale tra import ed export. Secondo una fonte vicina al ministro, questi avrebbe messo in guardia Draghi che "se a Bruxelles continuano così, diventano i più grandi alleati dei populisti" per le elezioni europee del 2019 (Libero Quotidiano, 11.08.2018).
Non è dato sapere quali siano state le risposte di Mario Draghi, ex advisor dell'onnipotente fondo di investimenti Goldman Sachs e alto dignitario in diverse UR-Lodges. Sappiamo però che la speculazione dei grandi fondi di investimento, provocata dalle decisioni della Bce, ha fatto impennare lo spread ben oltre la soglia di guardia, fino a 276 punti base. Da qui il nervosismo che trapela da ambienti governativi e filo-governativi. Ieri l'on. Borghi della Lega ha lanciato i suoi strali contro la dittatura plutocratica e tecnocratica: "Vediamo se oggi cominciano ad accorgersi che salgono anche gli spread di Spagna e C. e che solo un fesso poteva pensare che con la Bce inattiva potesse salire solo lo spread di un Paese?". E ancora: "Io sono sereno come l'arcobaleno… ormai credo che il meccanismo sia innescato. O arriverà la garanzia Bce o si smantellerà tutto… Non vedo terze vie". All'agenzia di stampa Reuters, Borghi ha precisato meglio il suo pensiero: "la situazione non è risolvibile ed è destinata a esplodere" perché il sistema, senza il sostegno della banca centrale, "non sta in piedi". In un'intervista alla Verità egli ha affermato che "l'unica maniera (per tutti) per mantenere le cose come sono è rimettere la garanzia, altro che terminare il Quantitative easing. La Bce deve dichiarare che non tollererà spread superiori ai 150 punti tra due Paesi dell'eurozona" (Milano Finanza, 13.08.2018).
Nelle
parole di Borghi troviamo l'eco della posizione di Savona, ma
possiamo anche intuire le prevedibili obiezioni sollevate da Draghi. Dietro le manovre della Bce e dei mercati si cela un intento politico, che è stato espresso
senza mezzi termini dal Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio Giorgetti, secondo il quale a fine agosto "l'attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. Abbiamo visto cos'è accaduto a fine agosto nel '92 e sette anni fa con Berlusconi […] il governo populista non è tollerato. La vecchia classe dirigente italiana ed europea vuol far abortire questo governo per non alimentare precedenti populisti" (Huffington Post, 4.08.2018).
Chi
ricorda come cadde il governo Berlusconi sa che fu proprio l'arma
della speculazione finanziaria a mettere con le spalle al muro il
Cavaliere e a costringerlo alle dimissioni. La speculazione fu
attuata al culmine di una campagna mediatica di delegittimazione
senza precedenti, incentrata sullo scandalo delle escort e dei
festini di Arcore. La macchina del fango da febbraio è di nuovo
azione e questa volta il pretesto sarebbe la presunta ondata di
xenofobia suscitata dai discorsi di Matteo Salvini. Osserviamo dai
telegionarli come ogni indiscrezione del governo sui contenuti della
prossima manovra economica sia coperta dal crescente fragore di
questa propaganda. I paralleli col 2011 evocati da Giorgetti sono
così evidenti che Renzi, dopo un lungo silenzio, è venuto allo
scoperto con una profezia, secondo la quale il governo Conte non
durerà oltre l'autunno: “presto toccherà di nuovo a noi” ha
affermato in un video-messaggio pubblicato su Facebook e ha aggiunto
che alla ripresa “ci sarà da divertirsi” (Adnkronos,
8.08.2018).
Parole inquietanti, quelle di Renzi, che fanno presagire l'ennesimo complotto di palazzo con il Quirinale nel ruolo di regista di un copione già scritto nei templi della finanza mondiale. Del resto non è stato proprio il patto del Nazzareno tra Renzi e Berlusconi ad eleggere Mattarella, colui che ha ostacolato in ogni modo - fino a travalicare i limiti della Costituzione - la nascita del governo Conte?
Enrico
Montermini, 14.08.2018
Perfetto... occorre un nuovo governo ESTREMAMENTE POPULISTA... con fuori FI. e il M5S, che hanno sempre non solo mentito agli italiani, vedi i 20 punti del programma sostituiti, ma anche Fi che ha dato ampiamente modo di esprimersi a favore del capitale... del popolo non interessa nulla.
RispondiEliminaC'è una bella differenza però tra questo governo e quello del berlusca...sappiamo bene i precedenti del berlusca tra mafia, corruzione, immoralità allo stato puro...e conflitti di interessi vari tra aziende ecc...nulla a che vedere col governo attuale che gode del consenso di moltissimi italiani proprio grazie alla differenza sostanziale tra i precedenti governi...sarà difficile destabilizzare il governo Conte sugli stessi presupposti...tutto ciò che viene fatto viene chiaramente percepito come attacco alla democrazia...
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