ATTO DI GUERRA. L'AVVISO DI GARANZIA A SALVINI
di Enrico Montermini
Come tutti sapete, si è risolto il caso dei naufraghi sulla nave Diciotti, ma se n'è aperto un altro, gravissimo: uno scontro tra poteri sovrani all'interno dello Stato italiano.
Riavvolgiamo il nastro. Mentre il governo italiano - che è il governo legittimo di uno stato democratico - era impegnato in una dura trattativa con altri governi per difendere gli interessi nazionali, le sue posizioni sono state delegittimate da un atto giudiziario che ipotizza un reato penale. Queste cose non accadono in un nessun altro paese europeo.
L'altra faccia della medaglia è la sovranità e l'autonomia della magistratura, che è uno dei cardini della democrazia. La faccenda, quindi, è molto complessa e proprio per questo l'avviso di garanzia a Salvini apre una crisi gravissima. Sbagliano infatti giornalisti che, nei primi commenti, hanno ridotto il tutto a un fatto di politica interna che si risolverà senza conseguenze penali ovvero con la trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri che, prevedibilmente, li giudicherà illegittimi. A mio avviso, invece, non finirà qui: la magistratura ha lanciato una dichiarazione di guerra al governo Conte.
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ipotizza i reati gravissimi di abuso d'ufficio e sequestro di persona nei confronti del Ministro degli Interni Salvini. Il suo atto, sia chiaro, non è immotivato: l'azione penale è obbligatoria e l'avviso di garanzia è un atto dovuto, che informa l'imputato dell'esistenza di una indagine nei suoi confronti, in modo che quest'ultimo possa ricorrere a tutte le tutele previste dalla legge. I tempi dell'azione del dott. Patronaggio, semai, possono apparire sospetti. Ricordano molto il famigerato avviso di comparizione emesso il 22 novembre 1994 dalla Procura di Milano nei confronti di Berlusconi, che in quel momento presiedeva un vertice internazionale sulla criminalità organizzata. In entrambi i casi un atto giudiziario produsse conseguenze politiche. Se però nel 1994 fu delegittimato Berlusconi - e lui soltanto - questa volta viene delegittimata l'intera politica estera del governo nei confronti dell'immigrazione. Il procuratore di Agrigento avrebbe potuto attendere la soluzione della crisi diplomatica prima di agire. Al contrario egli si è affrettato a inoltrare gli atti al Tribunale dei Ministri nelle stesse ore in cui il ministro degli Esteri Moavero Milanese negoziava accordi con il Vaticano, l'Irlanda, l'Albania e il Montenegro per la ripartizione dei presunti profughi della Diciotti. Una fretta che appare sospetta. Come se non bastasse, qualcuno nella Procura di Agrigento ha immediatamente informato la stampa, violando il segreto istruttorio. E allora sorge il sospetto che il dott. Patronaggio sia stato spinto a un'azione intempestiva - si badi bene: non illegittima - dagli onorevoli dell'opposizione, che in questi giorni facevano passerella sulla nave Diciotti. Purtroppo l'affiliazione del procuratore a Magistratura Democratica, la corrente di sinistra dei magistrati italiani, non aiuta a fugare i dubbi.
Ragionando in termini politici, la Sinistra ha trascinato in campo la magistratura per avvantaggiarsene nella lotta di potere. E' un metodo già collaudato durante il ventennio berlusconiano. ed è proprio per questo che la faccenda dell'avviso di garanzia a Salvini non finirà a tarallucci e vino. Perchè il vaso di Pandora è stato aperto di nuovo e non si richiuderà tanto facilmente. Nella stessa giornata in cui la Procura di Agrigento si attivava per il caso della Diciotti alcuni militanti pidiessini hanno denunciato Salvini alla Procura di Treviso per il reato di istigazione all'odio razziale. Appare chiaro che la Sinistra, uscita sconfitta dalle elezioni, sta scientemente spostando il luogo del confronto politico dalle aule parlamentari, dove è in minoranza, alle sedi giudiziarie per alimentare la macchina del fango sulla stampa. E' già accaduto e accade ancora a Parma e a Roma, dove gli atti dei sindaci pentastellati vengono sistematicamente denunciati dal PD alle procure al fine di paralizzare l'azione delle giunte comunali e diffondere nei cittadini il pregiudizio che l'avversario politico sia incapace, corrotto e addirittura criminale. Questo è il livello di putrefazione al quale è giunta la democrazia in Italia!
Mi auguro che Mattarella in futuro voglia esercitare su tutti gli attori di questo scontro quella moral suasion che gli compete, se davvero vuole essere il garante della Costituzione. Se non lo farà, anche qui sorgerà un sospetto: il sospetto che Renzi e Berlusconi, che hanno scelto l'inquilino del Quirinale, stiano riscuotendo i loro crediti.
Concludo con un appello a Salvini: se il Governo ha la maggioranza in Parlamento, la usi per cambiare le leggi esistenti e per farne delle nuove! Se fosse stata rintrodotta la legge Bossi-Fini e se fosse stata rivista la legge Mancino, nessuna procura avrebbe potuto muovere un dito in questi giorni. Il governo deve agire nell'ambito della legalità, senza se e senza ma: si facciano dunque più leggi e meno proclami! I proclami durano il tempo di una notte: le leggi restano e, quando sono scritte bene, indicano limiti ben precisi di ciò che si può o non si può fare.
Enrico Montermini, 26.08.2018
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