Prove tecniche di dittatura

PROVE TECNICHE DI DITTATURA di Enrico Montermini


La dittatura non è la risposta

La dittatura sanitaria non è nata per effetto dell'emergenza COVID-19. Un piano è stato preparato con grande cura e nel massimo segreto per condurci al punto in cui siamo arrivati oggi e non è ancora finito. La dittatura sanitaria è un esperimento, che mira a testare un protocollo d'azione con il quale, in un giorno non troppo lontano, noi cittadini saremo spogliati di tutti i diritti e ridotti a semplici consumatori. Detto in modo più semplice, si stanno facendo le prove per instaurare una dittatura.

Oscure trame
Questa perniciosa idea prese piede nell'inverno 2017-18, quando la Segreteria del PD constatò con orrore i risultati dei sondaggi, che vedevano il Centrodestra oltre il 40% e il M5S oltre il 30%. C'era, è vero, il patto del Nazzareno, che garantiva a Renzi e Berlusconi una gestione consociativa delle nomine e degli appalti pubblici, a dispetto degli imprevisti della democrazia - ossia le elezioni. Malgrado ciò sia il PD sia FI erano in caduta libera nei consensi e nuovi attori, esclusi da quel patto, minacciavano di scacciarli dal sancta sanctorum del potere. Sto parlando, ovviamente, di Salvini e Di Maio. 
Iniziò allora una mobilitazione dell'elettorato al grido di "combattiamo il fascismo che risorge!". L'obbiettivo era creare un clima da guerra civile, per polarizzare l'elettorato. Così i telegiornali vomitarono sulle nostre tavole qualunque episodio di violenza, che coinvolgesse persone di colore, attribuendogli un connotato razzista, che spesso non c'era, ed esagerando persino i fatti. Si voleva convincere gli italiani che Salvini era il responsabile di una spirale xenofoba e razzista, che dilagava senza alcun controllo: la stessa, collaudata strategia - badate bene - usata dai democratici contro Donald Trump. Ritornando ora alle faccende nostrane, è emblematico è l'episodio dell'atleta di colore di Torino, che rischiava di perdere un occhio, a causa di un uovo scagliatole da un gruppo di fascistelli. Si parlò subito di un'aggressione a sfondo razzista e la notizia fece il giro del mondo. Poi, però, si scoprì che l'uovo era stato lanciato dal figlio di un consigliere del PD e che nella prognosi del pronto soccorso non si era affatto paventato il rischio di un danno permanente.
Fu su episodi come questi che Renzi, la Boldrini e la Bonino costruirono la loro campagna elettorale, sorretti da un apparato mediatico impressionante. Infatti giornalisti e intellettuali, come Saviano, scesero personalmente in trincea, per sostenere il decrepito e vacillante apparato di potere, al quale dovevano le loro carriere. Furono mobilitati anche i centri sociali, per impedire i comizi di Salvini e della Meloni. L'intento, ovviamente, era di provocare scontri di piazza, che alzassero ulteriormente il livello della tensione.

L'apparato di potere delle Sinistre
Questo piano eversivo non bastò a impedire la sconfitta della coalizione di centro-sinistra, che arrivò ultimo alle elezioni, bocciato da quattro elettori su cinque. Proprio per questo il mondo dell'informazione e gli intellettuali schiumavano di rabbia verso quel popolo, che aveva votato per il cambiamento, senza dar credito alle loro narrazioni. Si accentuò così quel senso di isolamento dalla società e quella sfiducia nei cittadini, che si coglie tuttora tra i giornalisti e gli intellettuali del mainstream culturale.
La Sinistra, con il suo esercito di scribi e farisei, serrò i ranghi e proseguì negli attacchi a Salvini. Attacchi che erano, per altro, del tutto strumentali, perché miravano in realtà a depotenziare la carica di rottura rappresentata dal M5S all'interno dell'elettorato della Sinistra. Privo di una storia e di una ideologia, il partito della Casaleggio e Associati fu stritolato in questo gioco mediatico e finì per appiattirsi sulle posizioni della Lega Nord su molti temi, mentre le battaglie politiche, che conduceva, venivano scientemente oscurate dal dibattito televisivo. Un dibattito improntato su una sorta di referendum ad personam: un referendum pro o contro Salvini.
Scesero in campo anche le toghe rosse. Per tre volte si tentò di far fuori Salvini dal governo per via giudiziaria: lo dimostrano le intercettazioni su Palamara, pubblicate sui siti internet e sui giornali di destra, malgrado la censura mediatica che regna nei telegiornali - ci avete fatto caso?
Prima di proseguire, una riflessione è d'obbligo. Si deve tenere a mente che la Sinistra italiana non ha vissuto nulla di paragonabile al congresso di Fiuggi. Non ha mai fatto i conti con gli errori di un passato fatto di demagogia, violenza sanguinaria e aspirazioni dittatoriali. Despoti come Stalin, Tito e Mao e terroristi come Che Guevara non sono mai stati rinnegati. Prigioniera di una visione ideologica illiberale e terzomondista, la Sinistra italiana ha perso quasi tutte le elezioni politiche, che si sono tenute in questo Paese dopo la caduta del muro di Berlino. Le uniche eccezioni si registrarono nel 1996 e nel 2006, con Romano Prodi. Eppure nessuna sconfitta elettorale potrà mai convincere la Sinistra di essere nel torto, in base al giudizio del popolo sovrano, che si esprime democraticamente nei modi previsti dalla Legge. No, l'idea della Sinistra è giusta: è il popolo italiano che sbaglia. Sbaglia, perché è ignorante, fascista, razzista e omofobo, perciò deve essere rieducato. Come? Per mezzo di operazioni di guerra psicologica.

Operazioni di guerra psicologica
Per tutto il 2018 e la prima metà del 2019 deputati e opinionisti televisivi si sono affannati a mostrare dati statistici, che contraddicevano l'opinione della stragrande maggioranza dei cittadini sul tema dell'immigrazione e della sicurezza. Sordi alle richieste degli italiani, essi spiegavano che esiste un "gap cognitivo" tra la realtà e ciò che i cittadini percepiscono. Da ciò si deduce che gli elettori non sono in grado di giudicare ciò che è bene per sé e per il Paese: le ricette degli "esperti" devono essere imposte, anche contro la loro volontà. In modo non troppo diverso si era espresso un commissario dell'UE, commentando a caldo le elezioni politiche del 2018: << i mercati insegneranno agli italiani come votare >>. Naturalmente la propaganda globalista trova un forte supporto - anche economico - da parte di centri di potere transnazionali e più o meno opachi, di cui Soros è il testimonial e il cassiere. I documenti della Open Society pubblicati da Sputnik News sono espliciti al riguardo, sia nel rivelare i nomi delle organizzazioni di sinistra italiane a libro paga di Soros sia nel definire l'obbiettivo finale: dettare ai governi europei la linea politica sulla gestione dei flussi migratori. Ma a che serve una immigrazione incontrollata? Serve a molti interessi e il primo tra questi è quello di creare caos all'interno di una società già alle prese con una crisi economica senza precedenti. Non saranno certo gli operai italiani a fare la rivoluzione socialista: questa è l'unica lezione che la Sinistra ha imparato. No, la rivoluzione la faranno i reietti della Terra: gente senza radici; individui spinti dal bisogno economico a rischiare tutto, anche perché non hanno nulla da perdere; uomini e donne, attratti dalla fallace promessa di migliori condizioni di vita e sui quali ha facile presa una propaganda martellante, che pretende che il razzismo degli italiani sia la colpa della mancata integrazione. Questi stranieri li abbiamo visti sfilare con le bandiere comuniste nelle manifestazioni del 25 aprile 2019 assieme ai centri sociali, all'ANPI e ai sindacati. 
Diamo ora le prime definizioni a ciò, che abbiamo raccontato: - la propaganda e la sovversione. Utilizzeremo le analisi della scuola francese della guerra cognitiva, che è all'avanguardia nella ricerca accademica sulla guerra psicologica. Questa scuola - che è stata fondata da un generale - definisce la propaganda come un insieme di tecniche manipolatorie, che vogliono instillare in una comunità una visione del mondo unilaterale, onnicomprensiva e che non ammette obbiezioni. Essa non ha nulla a che fare con la faziosità del dibattito politico: è piuttosto figlia di una ideologia, alla quale tutto deve ricondursi. Come ben sappiamo, la Sinistra in Italia si è fatta promotrice di una particolare ideologia, che è conosciuta col termine globalismo o mondialismo. Il globalismo pretende la dissoluzione dello Stato italiano all'interno di una struttura sovranazionale, che è guidata da tecnocrati non eletti e che si chiama Unione Europea. Il globalismo mira alla dissoluzione della società italiana in un crogiolo di razze, culture e religioni diverse e aliene dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni. Il suo obbiettivo finale è la sostituzione etnica del popolo italiano attraverso il meticciato: ho pubblicato articoli su articoli in questo blog, citando fior fior di intellettuali di Sinistra, che sostengono queste tesi, e sfido chiunque a confutarmi su questo punto! 
La sovversione è però qualcosa di ancora diverso. Si tratta di una particolare tattica, usata nell'ambito della propaganda, per distruggere l'autorità dello Stato, intimidendo i suoi difensori con metodi subdoli e difficili da individuare. Mentre la propaganda è una strategia, la sovversione si articola in una serie di azioni distinte. Il rinvio a giudizio di Salvini è un esempio di questo tipo di operazioni. Per la prima volta un magistrato ha disconosciuto il ruolo di un ministro degli Interni, che impedisce lo sbarco di clandestini privi di documenti, e lo ha equiparato a un bandito, che sequestra donne e bambini. Stando alle intercettazioni pubblicate, Palamara in persona condivideva i dubbi, esposti da un collega, sui fondamenti giuridici di un'azione penale contro Salvini. Tuttavia tenne a precisare la natura politica della questione: << lo so, ma dobbiamo dargli addosso >> a Salvini, disse. Evidentemente il rinvio a giudizio di Salvini era dettato da altri principi, che nulla avevano a che il Diritto. La scuola francese della guerra cognitiva spiega, infatti, che l'azione giudiziaria destabilizza sempre l'avversario politico, anche quando fallisce. Essa ripropone il mito sempiterno del debole, che combatte contro il potente tiranno, in nome della Giustizia. Un mito, che, è stato riproposto sui giornali e le televisioni anche nel caso di Karola Rakete. Questa tassista di clandestini, che speronò una nave della Guardia di Finanza, fu presto scarcerata e accolta come un'eroina nella trasmissione tv di Fabio Fazio sulla RAI. Ricordo, in quei giorni di velenose polemiche, una indegna processione di parlamentari, che raccontavano ai cronisti di aver visto donne e bambini << ridotti a scheletrini  >> sulla nave della Rackete ferma in porto. Questi "scheletrini" li abbiamo visti al momento dello sbarco: erano tutti maschi adulti con fisici atletici. Le donne e i bambini, infatti, erano stati fatti scendere dalla nave poche ore dopo il loro arrivo, per essere condotti in strutture di primo soccorso. Questi esempi dimostrano come la propaganda si lega alla sovversione, in base ai principi della guerra psicologica. Il fine ultimo è diffondere uno stato d'animo favorevole a un colpo di stato o a una rivoluzione.

Colpo di stato o rivoluzione?
Tra tutti gli intellettuali italiani, il compianto Pansa è stato il solo ad aver avuto la lucidità di capire e il coraggio di denunciare ciò che stava accadendo. Tenete bene a mente le sue parole, pronunciate il 17 ottobre 2018 alla trasmissione Otto e mezzo su La7 a proposito del governo giallo-verde: << Nessuno convocherà le elezioni… Qui rischiamo una svolta di tipo militare… Pensate che una parte degli italiani, che ha la possibilità di farlo, non cerchi di buttare via questo governo? Di sostituirlo? … Se noi ci illudiamo che tutto avvenga secondo le norme della democrazia parlamentare... Ma qui siamo di fronte a quelli che ti rubano la macchina, a quelli che ti ammazzano la moglie, a quelli che ti rovinano la casa: siamo in una situazione di pre-guerra o pre-guerriglia >>. Pansa aveva esattamente previsto l'approssimarsi di una dittatura in un clima rivoluzionario o pre-rivoluzionario. Aveva perfettamente compreso il meccanismo della guerra psicologica, con il quale la Sinistra intendeva insediarsi al potere per almeno vent'anni: non attraverso elezioni democratiche, ma per mezzo di un colpo di stato; per poi imporre, con la forza, i suoi valori a un popolo privato dei suoi diritti. Ciò che Pansa non aveva intuito, era l'arrivo di una epidemia, venuta dalla Cina: l'emergenza sanitaria è stata usata come pretesto per bruciare i tempi di realizzazione di quel piano eversivo. 
La scuola francese di guerra cognitiva afferma che la sovversione è l'azione preparatoria di una rivoluzione e che può introdurre, in qualsiasi momento, nuovi attori come il terrorismo e la guerriglia. Due cose, però, non dicono gli studiosi francesi. Come afferma Luttwack, un colpo di stato è molto più facile da realizzare rispetto a una rivoluzione. Lo studioso americano distingue nettamente i due fenomeni: il colpo di stato è un'azione compiuta all'interno delle stanze del potere, per definire diversi rapporti di forza tra i gruppi che ne fanno già parte; la rivoluzione, invece, mira a sostituire l'intera classe dirigente di un Paese. Il colpo di stato è relativamente semplice da organizzare: basta impadronirsi della macchina dell'apparato statale con un colpo di mano e servirsene poi per eliminare rapidamente ogni possibile oppositore. Quando, però, si controllano da tempo, mediante uomini di fiducia, i vertici dei ministeri, la magistratura, i sindacati e la stampa, come fa la Sinistra in Italia, il colpo di stato non necessita di mezzi brutali. Luttwack spiega, a questo riguardo, che il colpo di stato meglio riuscito è quello che avviene senza spargimento di sangue. Un'altra osservazione interessante, riguardo alla rivoluzione, è fornita dalla Harendt. Questa studiosa ebrea afferma che lo scopo dei regimi totalitari è portare avanti la rivoluzione permanente ossia distruggere un'intera società per creare l'uomo nuovo, immaginato dalla ideologia. I mezzi impiegati a questo fine sono la propaganda, la sovversione, la censura e la repressione. Perciò la Harendt afferma che la rivoluzione è più facile da condurre, quando già si hanno nelle proprie mani le redini del governo. A quel punto la macchina dello Stato moderno può essere utilizzato in tutta la sua efficienza per rieducare un popolo. 
Pansa aveva ben capito tutto ciò: diffondere instabilità, paura, rancore e frustrazione nella popolazione - sovversione - per poi imporre una soluzione autoritaria alla società mediante un colpo di stato; e, dopo la dittatura, dare avvio alla rivoluzione.
La Sinistra è tornata al governo con una manovra di palazzo, ha subito rinviato a giudizio il più autorevole rappresentante della Destra e col pretesto di una epidemia ci sta imponendo una dittatura sanitaria, che ha un solo precedente in tutto il  mondo: la Cina comunista. Ora vedete bene il filo rosso, che lega tutti i fatti più importanti accaduti in Italia negli ultimi due anni e mezzo.

La dittatura sanitaria
Focalizzando tutti i media su questa super-cazzola dell'epidemia, il governo Conte bis ha di fatto avocato a sé il monopolio dell'informazione, come in ogni regime totalitario. Quindi ha esautorato il Parlamento delle sue prerogative ossia del potere legislativo. Infatti, col pretesto dell'emergenza, il governo emana atti amministrativi - i decreti del Presidente del Consiglio - con forza di legge, che hanno addirittura risvolti penali, nel caso della violazione del coprifuoco. Di una "democrazia in quarantena" si lamenta persino una fonte insospettabile come i Radicali Italiani, che in una lettera aperta a Giuseppe Conte affermano che è << inammissibile che il Parlamento non svolga appieno le proprie funzioni in questa fase delicatissima >>, e che esiste il pericolo di  << attuare provvedimenti straordinari in violazione dei basilari principi democratici >>. Tali provvedimenti straordinari in violazione della Costituzione sono appunto l'aspetto più visibile di un colpo di Stato.
Infatti, col pretesto dell'emergenza, è stato imposto il coprifuoco, come accade in tutti i Paesi dove è in corso un colpo di stato o una rivoluzione. Il diritto al lavoro, a spostarsi, a manifestare le proprie idee politiche è stato negato in aperta violazione dei principi costituzionali. Qualcuno si è sorpreso che il professore emerito di Diritto Costituzionale Giuseppe Conte si sia reso complice di una simile svolta autoritaria. Eppure il compianto Cossiga ci mise in guardia su questi elementi, quando affermò che se, un giorno, la monarchia fosse ripristinata per mezzo di un colpo di Stato, si sarebbero trovati fior fior di costituzionalisti disposti a dimostrare che la monarchia è la forma di Stato prevista nella Costituzione della Repubblica Italiana.
La Sinistra illiberale ha arrecato un danno incalcolabile alle libertà democratiche. All'opposizione è stato tolto il diritto di manifestare, vietando gli assembramenti. I cittadini sono stati chiusi in casa, mediante controlli di polizia, degni appunto di un regime totalitario. Come se non bastasse, si stanno studiando provvedimenti per limitare la libertà di opinione dei cittadini anche in Rete. Infatti qualunque cittadino, che contraddice la parola del governo su una questione che ha a che fare con l'epidemia, potrebbe un giorno trovarsi a rispondere delle sue azioni in un'aula di tribunale. Anche questa trovata non cade dal pero oggi, sotto la pressione della presunta pandemia: il gioco antidemocratico era iniziato con la legge sul negazionismo, è proseguito con l'istituzione della Commissione Segre e arriverà un giorno ad approvare una legge contro le fake news. Ossia una legge che rimuova dalla Rete tutte le opinioni e le informazioni false. Ma cosa significa falso? Chi decide ciò che è vero e ciò che è falso? I politici e gli intellettuali di Sinistra pretendono che le sole fonti di informazioni attendibili siano quelle governative e le testate giornalistiche. Insomma, si deve prendere per oro colato ciò che afferma il potere; e chi osa sollevare dubbi deve essere condotto di fronte alla Santa Inquisizione delle toghe rosse: - siamo alla follia più totale! 

Elogio della repressione
E' assodato che nessun regime dittatoriale può reggersi a lungo senza il controllo dell'informazione. Una recente ricerca della Columbia University ha dimostrato - qualora ci fossero ancora dubbi a riguardo - che in nessun paese europeo la stampa è schierata più a sinistra che in Italia [ https://www.mag24.es/2019/12/23/la-stampa-italiana-e-totalmente-di-estrema-sinistra-la-faziosita-dei-pennivendoli-certificata-da-un-report-sui-giornalisti-di-tutta-europa/ ].
Si aggiunga il fatto che l'Italia è classificata al 41° posto nel mondo per la libertà di stampa [ https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/world/20200423STO77709/tutelare-la-liberta-di-stampa-durante-la-pandemia-di-covid-19 ] e avrete un'idea chiara del perché i cittadini italiani non credono a ciò che affermano le televisioni e cercano notizie in Rete. La stampa italiana è così politicizzata che non fa informazione: fa propaganda. Per questo la maggioranza dei cittadini non si fida. Da qui deriva quel "gap cognitivo" tra i dati statistici e la percezione della gente, già denunciato dai politici e dagli intellettuali di Sinistra. 
Secondo la Harendt, poiché la rivoluzione permanente è l'obbiettivo dello Stato totalitario, la propaganda da sola non sarebbe sufficiente a perseguire lo scopo senza l'impiego simultaneo della repressione del dissenso. E mentre Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, parla allegramente di una Fase 2, caratterizzata da formazioni paramilitari - gli assistenti civici - che entrano nelle case per portar via i contagiati, anche contro la loro volontà, sul blog della Annunziata leggo: << ... la popolazione italiana in larga parte conviene sulle misure di contenimento sociale legate alla pandemia per paura (della malattia e delle sanzioni) e non per senso di responsabilità >>. Signore e signori, siamo di fronte alla legittimazione dello Stato di Polizia, che attua la rivoluzione per mezzo della coercizione. Chiunque non sia allineato alle idee della Sinistra può essere deportato e messo in isolamento, col pretesto dell'epidemia. La Harendt spiega chiaramente questo metodo col concetto di "nemico oggettivo": in uno Stato totalitario non è necessario essere oppositori per essere incarcerati, basta appartenere a determinate categorie sociali potenzialmente ostili al Regime. I totalitaristi agiscono in base al principio dell'azione preventiva del dissenso, perché hanno dichiarato guerra all'intera società. Nel mirino della Sinistra ci sono, ovviamente, i complottisti ossia coloro che in Rete denunciano la dittatura che è in corso: costoro, << improvvisatisi novelli giuristi, considerano illegittime >> le misure prese dal governo - è scritto nel blog della Annunziata. L'articolo in questione prosegue parlando di "mostri", di "gente squilibrata" e di "problema psicologico". Prima di colpire il nemico con misure di polizia, ricorda la Harendt, i totalitaristi lo denigrano con la propaganda, privandolo della sua umanità. Un atto tutt'altro che semplice, però, quando il complottista di turno possiede l'autorevolezza necessaria a contraddire, dal punto di vista del Diritto o della Scienza, le opinioni della Sinistra. Costoro sono il pericolo più grande e vanno neutralizzati per primi. Già, perché se gli esperti asserviti al Regime hanno fior fior di titoli accademici per essere definiti tali, esistono altri esperti, che manifestano ancora una certa libertà di giudizio. Come tappare la bocca a costoro? L'autore dell'articolo non ha dubbi: occorre disconoscere agli spiriti liberi il valore di quei titoli accademici, in nome dei quali i servi del Regime si definiscono esperti. Prendete nota: << un basso livello di istruzione (con una buona dose di analfabetismo di ritorno anche da parte di tanti diplomati e laureati), il desiderio di sentirsi speciali o più intelligenti degli altri unito alla convinzione di essere in grado di comprendere cose che la maggior parte della gente - e degli esperti, sic! - non capisce, il senso di impotenza di fronte a tragedie prive di logica per le quali si deve per forza trovare una spiegazione o un colpevole, il bisogno di certezze perché spesso le teorie del complotto, come le favole per i bambini, nascono per inquadrare ciò che non può essere inquadrato in quanto parte della fragilità e della incommensurabilità della vita umana. Queste caratteristiche si uniscono con lo scarso utilizzo del pensiero logico e analitico che caratterizza una discreta parte di popolazione, al punto che spesso smentire con argomenti scientifici queste teorie porta i complottisti a pensare che anche la scienza o gli scienziati facciano parte del complotto. Se a tutto ciò si unisce la sempre più diffusa incapacità di leggere e comprendere testi e contenuti, tipica dell’analfabetismo funzionale della nostra epoca, si comprende bene come una soluzione al problema sia difficile >>. Tanto per capirci un epidemiologo o un giurista con la tessera del PD è un esperto: se invece si oppone al Regime viene classificato come analfabeta funzionale. Emerge chiaramente, da questo articolo, la granitica convinzione della Sinistra che gli italiani siano una massa di deficienti: solo i politici e gli intellettuali al suo servizio hanno capito tutto e hanno il dovere di intervenire, per salvare la democrazia. Anche questo è detto chiaramente nell'articolo: << Anche perché i complottisti votano, si mobilitano, creano facile consenso e influenzano pure la politica che di consenso vive... Tullio De Mauro aveva inquadrato perfettamente il problema, sottolineando i rischi per la nostra democrazia >> [ https://www.huffingtonpost.it/entry/complottismo-e-analfabetismo-funzionale-un-mix-piu-pericoloso-del-virus_it_5ebce6d7c5b6c495de48e040?ncid=other_facebook_eucluwzme5k&fbclid=IwAR1mfp6Yl0FCytocHRugkMJ1HmCmaYLk60p8iiMeXScWTbBX9qA2rGlVUmc ].
Questa è la Summa Philosophiae della Sinistra.

Il significato della crisi
Pensate bene a ciò che ha fatto la Sinistra, che governa quasi ininterrottamente l'Italia dal 2011 (governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte bis). Ha riempito l'Italia di immigrati, che hanno incrementato il numero dei disoccupati, dei lavoratori in nero e dei criminali comuni. Ha incrementato l'insicurezza, diffondendo un clima di tolleranza nei confronti della microcriminalità. Ha diviso il Paese tra presunti fascisti e finti antifascisti, in base alla vecchia logica del divide et impera. Ha messo in ginocchio l'economia, prima per mezzo dell'austerity e ora per mezzo del lock-down. Infine ha ordinato il coprifuoco, rinchiudendo tutti gli italiani agli arresti domiciliari, al pari dei mafiosi appena scarcerati. Li ha rinchiusi nelle proprie case a vedere, per ore e ore, immagini di ambulanze che corrono a sirene spiegate, posti di blocco dei carabinieri e pazienti in terapia intensiva. Ad ascoltare, per ore e ore, gli epidemiologi, che predicono l'Apocalisse, e i rappresentanti del Governo, che leggono bollettini di guerra. Se la volontà era quella di fare un lavaggio del cervello agli italiani, l'operazione è pienamente riuscita. 
Creare insicurezza, paura, rabbia e frustrazione è l'obbiettivo di tutte le operazioni di guerra psicologica. E' ciò che la Sinistra ha fatto al popolo italiano negli ultimi anni: il filo rosso, che collega il passato al presente e preannuncia il futuro.
Come non ricordare la frase shock pronunciata da Mario Monti nel 2012: << l'Europa ha bisogno di crisi, di gravi crisi per fare passi avanti... i passi in avanti sono per natura cessioni di sovranità... >> e queste crisi sono necessarie quando << il costo psicologico delle riforme >> diventa inferiore al costo di non fare le suddette riforme. Sostituite la parola riforme con la parola dittatura e avrete l'esegesi di ciò che la Sinistra persegue, fin da quando riuscì a rovesciare l'ultimo presidente del Consiglio scelto dagli elettori: Silvio Berlusconi. E lo fece, anche allora, con uno scandalo mediatico-giudiziario.
Ora siamo entrati nella Fase 2 dell'emergenza. Si riapre, si ritorna a respirare. Tuttavia resta sospesa sulle nostre teste la spada di Damocle di un nuovo lock-down, in autunno, in previsione del quale si vuole prorogare di sei mesi oltre la sua scadenza - in luglio - lo stato di emergenza. Insomma, la Sinistra pretende obbedienza assoluta. Altrimenti ricominceranno i divieti e le sanzioni. Non è lontano il giorno in cui questa feccia umana, che ci governa quasi ininterrottamente dal 2011, pur avendo perso tutte le elezioni, ci priverà dei più elementari diritti: quelle di oggi sono solo le prove generali. Lo Stato totalitario, quando verrà, terrà in piedi la finzione giuridica delle elezioni, ma userà i metodi della guerra psicologica per fare la rivoluzione ossia per imporre agli italiani recalcitranti i valori del mondialismo. Allora vedremo le nostre belle città messe a ferro e fuoco da bande di antifascisti, teppisti e criminali comuni. Per chi non se ne fosse accorto, l'America è dietro l'angolo. Ad ogni rivolta seguirà una repressione degli oppositori politici - i "fascisti" che seminano odio e diffondono fake news - e un nuovo giro di vite sulle libertà civili. Purtroppo noi non abbiamo un Trump a difendere la democrazia: al massimo possiamo schierare un Palamara...

Enrico Montermini 1.06.2020

P.S. Le analisi politiche sulle quali si basa questo articolo sono esposte in tre libri:
- Gagliano, Guerra psicologica
- Harendt, Le origini del totalitarismo
- Luttwack, Strategia del colpo di stato.

Ulteriori fonti di ricerca che il lettore può approfondire sono:
- Fisichella, Il Totalitarismo
- Manfredi, Psyops

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