LA RETORICA DELLA PAURA di Enrico Montermini
A Manchester 22 persone hanno perso la vita in un attentato terroristico. 12 di questi erano bambini. Il più piccolo aveva 8 anni. E' un atto di guerra? Non si può dire. E' vietato dirlo. Esiste una retorica subdola e strisciante che vieta di chiamare le cose col loro nome. E' la retorica della paura. La paura di offedere l'Islam moderato dopo aver sperimentato il terrore dell'Islam radicale. Così certi pensieri si preferisce tenerli chiusi in un cassetto: altrimenti chi avrebbe più voglia di andare a fare shopping?
Persino di fronte a una strage di ragazzini c'è chi dice che in fondo gli attentatori vanno capiti: l'Occidente ha portato la guerra in casa loro, lo sfruttamento economico, e così via. Si parla come se non esistessero un crimine orribile, degli assassini e delle vittime: siamo tutti sullo stesso piano, tutti vittime del Sistema. Si vuol far passare l'idea che un po' ce lo siamo meritati tutti noi, perché siamo occidentali e quindi siamo portatori di un peccato originale verso il resto del genere umano. Delle guerre che si combattono nel mondo che colpa ne ho io, che non ho mai tirato un pugno e non ho mai toccato un'arma in vita mia? Eppure tra quei bambini avrebbe potuto esserci mia figlia...
Ora ditemi: chi fa la guerra in Siria? In Iraq? In Yemen? Sono sempre musulmani che sgozzano altri musulmani invocando il nome dello stesso dio! Pensateci bene: avete mai visto un cristiano o un buddista o un ebreo farsi saltare in aria in mezzo a una folla di innocenti? Certamente si può obbiettare che non tutti i musulmani sono terroristi: però tutti i terroristi sono musulmani e questo vorrà pur dire qualcosa! Forse aveva ragione Benedetto XVI quando a Ratisbona pronunciò quelle parole che fecero indignare il mondo. Forse l'Islam moderato è un invenzione dei media. Oppure, semplicemente, l'Islam moderato ha fallito nell'obbiettivo di isolare e sconfiggere l'Islam radicale. E allora tocca a noi fare qualcosa: ripulire le nostre città dagli esaltati e rimettere in riga tutti gli altri! In fondo siamo a casa nostra, o sbaglio?
Per combattere chi ci fa la guerra ci vogliono i fatti, non le chiacchiere! Non serve a nulla marciare contro il razzismo e il terrorismo: ci sono le vittime, ci sono i carnefici, ci sono i complici e i favoreggiatori. Ognuno ha il suo fardello da portare: non si possono mischiare insieme i torti e le ragioni per dire che siamo tutti fratelli. Non c'è spazio per le ambiguità in tempo di guerra: o sei contro il terrorismo o te ne ritorni a casa tua. E se sai, ma taci e non denunci sei responsabile anche tu!
E gli italiani? Che pensano gli italiani? Finora mi hanno risposto solo radical-chic e compatrioti convertiti che si dicono indignati a leggere quello che scrivo! Però la gente muore - e muore anche a causa della loro indignazione! Sbaglia di grosso chi pensa che il terrorismo sia un fenomeno che non ci riguarda: da gennaio 2015 a gennaio 2017 sono 148 i terroristi espulsi dalle autorità italiane perchè preparavano attentati. Qualcosa di grosso succederà anche in Italia: è solo questione di tempo, come ha più volte avvertito Paolo Gentiloni.
Aprite gli occhi! E abbiate il coraggio di chiamare le cose col loro nome: fate parlare la Verità, non la paura! Non si tratta di dire no al razzismo: il punto è distruggere il terrorismo nelle nostre città. Il cancro è qui tra noi: nascondere la testa sotto la sabbia serve solo a diffondere la metastasi.
Enrico Montermini
24/05/2017
A Manchester 22 persone hanno perso la vita in un attentato terroristico. 12 di questi erano bambini. Il più piccolo aveva 8 anni. E' un atto di guerra? Non si può dire. E' vietato dirlo. Esiste una retorica subdola e strisciante che vieta di chiamare le cose col loro nome. E' la retorica della paura. La paura di offedere l'Islam moderato dopo aver sperimentato il terrore dell'Islam radicale. Così certi pensieri si preferisce tenerli chiusi in un cassetto: altrimenti chi avrebbe più voglia di andare a fare shopping?
Persino di fronte a una strage di ragazzini c'è chi dice che in fondo gli attentatori vanno capiti: l'Occidente ha portato la guerra in casa loro, lo sfruttamento economico, e così via. Si parla come se non esistessero un crimine orribile, degli assassini e delle vittime: siamo tutti sullo stesso piano, tutti vittime del Sistema. Si vuol far passare l'idea che un po' ce lo siamo meritati tutti noi, perché siamo occidentali e quindi siamo portatori di un peccato originale verso il resto del genere umano. Delle guerre che si combattono nel mondo che colpa ne ho io, che non ho mai tirato un pugno e non ho mai toccato un'arma in vita mia? Eppure tra quei bambini avrebbe potuto esserci mia figlia...
Ora ditemi: chi fa la guerra in Siria? In Iraq? In Yemen? Sono sempre musulmani che sgozzano altri musulmani invocando il nome dello stesso dio! Pensateci bene: avete mai visto un cristiano o un buddista o un ebreo farsi saltare in aria in mezzo a una folla di innocenti? Certamente si può obbiettare che non tutti i musulmani sono terroristi: però tutti i terroristi sono musulmani e questo vorrà pur dire qualcosa! Forse aveva ragione Benedetto XVI quando a Ratisbona pronunciò quelle parole che fecero indignare il mondo. Forse l'Islam moderato è un invenzione dei media. Oppure, semplicemente, l'Islam moderato ha fallito nell'obbiettivo di isolare e sconfiggere l'Islam radicale. E allora tocca a noi fare qualcosa: ripulire le nostre città dagli esaltati e rimettere in riga tutti gli altri! In fondo siamo a casa nostra, o sbaglio?
Per combattere chi ci fa la guerra ci vogliono i fatti, non le chiacchiere! Non serve a nulla marciare contro il razzismo e il terrorismo: ci sono le vittime, ci sono i carnefici, ci sono i complici e i favoreggiatori. Ognuno ha il suo fardello da portare: non si possono mischiare insieme i torti e le ragioni per dire che siamo tutti fratelli. Non c'è spazio per le ambiguità in tempo di guerra: o sei contro il terrorismo o te ne ritorni a casa tua. E se sai, ma taci e non denunci sei responsabile anche tu!
E gli italiani? Che pensano gli italiani? Finora mi hanno risposto solo radical-chic e compatrioti convertiti che si dicono indignati a leggere quello che scrivo! Però la gente muore - e muore anche a causa della loro indignazione! Sbaglia di grosso chi pensa che il terrorismo sia un fenomeno che non ci riguarda: da gennaio 2015 a gennaio 2017 sono 148 i terroristi espulsi dalle autorità italiane perchè preparavano attentati. Qualcosa di grosso succederà anche in Italia: è solo questione di tempo, come ha più volte avvertito Paolo Gentiloni.
Aprite gli occhi! E abbiate il coraggio di chiamare le cose col loro nome: fate parlare la Verità, non la paura! Non si tratta di dire no al razzismo: il punto è distruggere il terrorismo nelle nostre città. Il cancro è qui tra noi: nascondere la testa sotto la sabbia serve solo a diffondere la metastasi.
Enrico Montermini
24/05/2017
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