CHI COMANDA IN EUROPA?
GEOPOLITICA DELLA GERMANIA
 di Enrico Montermini



Colgo l'occasione della lettera di James Hansen per ragionare con voi sul ruolo della Germania in Europa. Di seguito la lettera di Hansen:

Napoleone avrebbe famosamente stimmatizzato l’Inghilterra come una “nation of shopkeepers”, di “bottegai”. I “shopkeepers” di oggi però sono i tedeschi, più interessati a contare gli utili che i proiettili. Dopo due guerre mondiali, è così che li volevamo: a creare prosperità anziché rovine una volta tanto. La neutralizzazione militare della Germania era uno degli scopi - riusciti - della creazione del Mercato Comune prima e dell’Unione Europea poi. Tuttavia, l’ottenimento di ciò che si desidera presenta sempre dei rischi...

E la mia risposta:


Prima di procedere a qualunque analisi sociologica credo che sia opportuno riflettere sui fatti. I fatti dicono che nel marzo 2014 la Merkel ha avallato le sanzioni dell'UE alla Russia di Putin, pur essendo in quel momento la Germania il maggior partner commerciale della Russia. Da notare le condizioni particolari in cui quella sofferta decisione fu presa: all'epoca la Germania era in partnership con la Russia, ma contrapposta a un'asse Londra-Varsavia proprio come nell'agosto 1939; questa volta, però, la Germania si è trovata con le mani legate avendo sul suo stesso territorio basi NATO, arsenali atomici americani e truppe d'occupazione straniere. Temendo il fatale ripetersi degli avvenimenti di un passato non troppo lontano, i politici tedeschi hanno fatto marcia indietro abbandonando la Russia al suo destino. Sono fatti su cui riflettere e che la dicono lunga sulla capacità della Germania di esercitare un'autentica sovranità nazionale.

Poiché tutte le sanzioni alla Russia dal 2014 a oggi sono state imposte all'Europa da Washington e Londra contro gli interessi della Germania, ne consegue che la politica estera tedesca è stata "sequestrata" dall'America e dalla Gran Bretagna. A questo punto non sorprende che la Germania, in mancanza di strumenti più consoni, usi il suo peso economico all'interno dell'UE come arma negoziale con i suoi vicini. Merkel e Schauble usano le politiche di austerity e il rigore nei conti con la stessa leggerezza con cui Zio Adolfo minacciava con i bombardieri della Luftwaffe e i panzer le altre nazioni. Esistono però precisi limiti che la Germania di oggi non può oltrepassare se non vuole mandare in frantumi l'Europa e provocare la terza guerra mondiale (nella quale finirebbe incenerita dopo pochi minuti). Lo prova il comportamento di Mario Draghi, uomo di Goldman Sachs, che se ne infischia allegramente dei fulmini che scagliano da Berlino: anche questo fatto va analizzato.

Da quanto ho capito, la Banca Centrale Europea è una società per azioni i cui azionisti sono le banche centrali dei singoli Paesi dell'Eurozona. Le banche centrali sono a loro volta delle società che hanno per azionisti tutte le banche nazionali. In base alle mie informazioni il maggior azionista della BCE è la Banca Centrale Tedesca. Il maggior azionista della Banca Centrale Tedesca è la Deutsche Bank. Il maggior azionista della Deutsche Bank è Goldman Sachs, dai cui ranghi è uscito Mario Draghi. Ora cominciano a delinearsi con maggior chiarezza i veri assetti del potere internazionale.
E' noto che la Germania ha una ridotta sovranità nazionale: non esiste un trattato di pace come quello di Parigi del 1947 a regolare i rapporti con gli ex nemici della Seconda Guerra Mondiale, per cui in teoria è ancora in vigore la debellatio del 1945. Esiste persino un trattato segreto, chiamato Kanzelerakte, che ogni cancelliere tedesco (Merkel inclusa) ha dovuto firmare al momento del proprio insediamento, condizione sine qua non per essere ricevuto - come di rito - alla Casa Bianca. Il trattato sospende la sovranità nazionale della Germania fino al 2099. Tra le clausole del trattato è previsto il controllo, da parte di un'agenzia segreta americana, di tutto ciò che viene pubblicato in Germania: film, spettacoli teatrali, musica, programmi tv, giornali, libri, programmi didattici.
Un'altra clausola prevede l'obbligo che le riserve auree tedesche siano conservate al di fuori della Germania e quindi nella disponibilità di Paesi terzi: USA, Gran Bretagna e Francia. Qualche anno fa la Merkel ha chiesto di riavere indietro una parte dell'oro conservato a Fort Knox con la scusa di controllarlo: le fu risposto picche! Come è stato possibile? La verità è che l'oro è un bene così prezioso, che di fatto non ha padrone: esso è nella disponibilità di chi ne dispone, al quale nessuno può chiedere di render conto. L'oro della Germania, quindi, non si trova fisicamente in Germania. Ecco perché Mario Draghi se la ride delle proteste di Berlino e fa quel che gli pare (o per meglio dire: fa ciò che gli viene ordinato da Goldman Sachs).
Quale conclusione si può trarre da questi fatti? Che Merkel, Schauble e compagnia cantante sono burattini, che recitano la parte dei cattivi. Sono i soliti i prussiani, che montano la guardia ai capitali ebraici investiti in Europa, proprio come accadeva un secolo fa, quando il ruolo di Goldman Sachs era esercitato dalla famiglia Warburg. Cambiano gli attori, ma il copione è già scritto e si ripete sempre uguale. Si può forse obbiettare che la Merkel deve rendere conto all'elettorato tedesco, ma il tedesco medio capisce di politica e di economia ciò che gli viene raccontato da una stampa che è interamente controllata da agenti americani ed è supervisionata da un'agenzia segreta a Washington.
Ora lei comprenderà perché non posso fare a meno di ridere ogni volta che sento in televisione che la Germania reclama dalla Gran Bretagna il pagamento di 100 e passa miliardi di euro per la Brexit! E chi sarà a far pagare la Regina? Forse la Merkel o Schauble? La Regina ha preventivamente concordato le sue mosse con Goldman Sachs: alla Merkel e alla May non resta che il teatrino della politica!

Enrico Montermini

22.12.2017


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