REQUIEM PER LA SECONDA REPUBBLICA di Enrico Montermini

Conte si è dimesso. Non era mai successo nella Storia che a un presidente incaricato, scelto dai partiti che hanno vinto le elezioni, fosse impedito di presentarsi di fronte alla Camere per chiedere il voto di fiducia all'insediamento del Governo. Col suo gesto Mattarella ha certificato la morte della Seconda repubblica. Il suo discorso al Paese ha certificato ciò che gli italiani, in fondo, sospettavano già: la sovranità popolare espressa dal voto democratico non conta nulla, contano solo gli obblighi di cui egli è garante con Goldman Sachs e i governi di Parigi e Berlino. Ma se questa è la fine della democrazia, di quale democrazia stiamo parlando?
Mattarella non è stato eletto dai cittadini: la Costituzione non lo prevede. Fu scelto in un conciliabolo segreto tra Renzi e Berlusconi: due soggetti che nemmeno sedevano in Parlamento a quel tempo. Mattarella si è sdebitato nominando Renzi presidente del Consiglio e facendo riabilitare Berlusconi da un tribunale: - il Presidente della Repubblica è il capo del CSM, giusto? Renzi e Berlusconi hanno concordato una legge elettorale, prontamente ratificata dal Mattarella, che avrebbe impedito al M5S - primo partito - e al Centro-Destra - prima coalizione - di governare il Paese. Il diabolico piano della triade Renzi-Berlusconi-Mattarella pretendeva di imporre nuovamente un governo di larghe intese a un parlamento sempre più recalcitrante. Questo governo, frutto degli accordi privati conosciuti come Patto del Nazzareno, avrebbe rimesso al centro della scena politica Renzi e Berlusconi, marginalizzando il ruolo di Salvini ed escludendo Di Maio. Si capisce ora che Mattarella ha dato un incarico a Conte col preciso intento di bruciarlo per rendere indispensabili queste larghe intese. Infatti nemmeno un'ora dopo le dimissioni di Conte il Quirinale rendeva noto l'incarico a Cottarelli, che quindi era già stato consultato in segreto da Mattarella prima dell'incontro con Conte. Cottarelli è un ex dirigente della Banca d'Italia e del Fondo Monetario Internazionale. Ecco, questa è la democrazia di cui parliamo: questa è la democrazia per la quale Mattarella ha cantato il Requiem. Quando cadrà la Seconda repubblica, non mi strapperò di certo i capelli!
Mi auguro che il M5S e la Lega Nord - che hanno la maggioranza nei due rami del Parlamento - concordino di andare a elezioni anticipate e che presentino un'unica lista agli elettori, riproponendo la stessa squadra di governo che Mattarella ha bocciato. Si tratterebbe di un plebiscito contro il Presidente della Repubblica: un fatto unico nella storia. Pochi giorni fa D'Alema ha confidato a Grasso: << Se si va a elezioni per il veto a Savona questi qua prendono l'80% [dei voti] >>. Qual è il senso di tale avvertimento? Si sappia che occorrono due terzi dei voti delle Camere riunite per processare il Presidente della Repubblica per Alto tradimento; e questa sarebbe la prima volta nella storia d'Italia. Occorrono di nuovo due terzi dei voti, stavolta in ciascun ramo del Parlamento, per cambiare la Costituzione. Capite cosa sto dicendo? I dinosauri della Seconda repubblica tremano di paura.
Se anche stavolta alla triade Mattarella-Renzi-Berlusconi riesce l'inciucio, ci aspettano cinque anni di governi tecnici ligi agli ordini di Wall Street e Bruxelles. La prima conseguenza sarà l'aumento dell'Iva al 25%, già concordato a suo tempo da Monti con l'UE. Se riesce l'inciucio, allora l'entusiasmo popolare per il cambiamento sarà soffocato dall'amara constatazione che in Italia, come al solito, "bisogna che tutti cambi perché tutto resti uguale a prima" - come scrisse Tommasi di Lampedusa un secolo fa. Dunque, cari Salvini e Di Maio, prendete il coraggio a due mani a andate fino in fondo. Adesso o mai più.





Enrico Montermini, 28.05.2018
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