E' QUESTA L'ITALIA CHE VOGLIAMO? di Enrico Montermini






   Radio RTL ha appena lanciato una formidabile campagna pubblicitaria. Lo rende noto, con orgoglio, il sito web ufficiale dell'emittente in data 7 maggio. Sono previsti spot tv su Canale 5, Italia 1 e La7 Radiovisione, spot radiofonici sulle tre emittenti del gruppo (RTL 102.5, Radiofreccia e Radio Zeta), pagine advertising su quotidiani, settimanali, mensili e cartelloni pubblicitari. L'investimento complessivo ammonta a 3 milioni di euro. La nota stonata dell'intera faccenda risiede nei temi della campagna, che mi sembrano assai discutibili.


   Il primo soggetto, “Famiglia senza confini”, ci mostra una giovane donna bianca in topless accanto un aitante maschio di colore. La donna sorregge tra le braccia un bambino mulatto. La voce in sottofondo recita: “Mi chiamo Alessia, sono sposata con Abdel... insieme abbiamo una figlia, Cristina, che nel DNA intreccia terre lontanissime. Apriamo gli occhi, la mente, il cuore: tutto questo è normal”. Beh, si chiederà qualcuno, cosa c'è di scandaloso? C'è questa insistente e quasi morbosa riproposizione mediatica di coppie miste, dove l'uomo è sempre un nero virile e la donna è sempre una giovane italiana. I lettori più attenti lo sanno già: è in atto da tempo una vera e propria strategia mediatica che mira a manipolare l'immaginario inconscio della donna per spingerla, letteralmente, tra le braccia degli immigrati, che a milioni arrivano dall'Africa. Ecco il punto: "lor signori", sognano la sostituzione del popolo con una nuova razza di meticci e vedono nella donna italiana lo strumento del proprio disegno. Non ci credete? E allora ditemi: avete mai visto una pubblicità incentrata su una coppia mista dove lui è italiano e lei è nera? E come mai non avete mai visto una pubblicità siffatta? Per la stessa ragione per la quale si lasciano entrare nel Paese giovani maschi dall'Africa invece che donne e bambini: sono scelte deliberate, prese non si sa da chi, ma sicuramente avallate dai nostri governi.
   Il terzo soggetto della campagna RTL, “Unioni civili”, vede l'ingresso in scena del maschio italiano. Anzi, qui i maschi sono due: entrambi rigorosamente gay. "Io e Andrea... - recita la voce narrante - abbiamo fatto il grande passo e con noi hanno fatto un grande passo la Libertà, il riconoscimento dei nostri diritti, quello dei nostri doveri e soprattutto il nostro amore: più forte di tutto e capace di vincere su ogni pregiudizio". Anche qui c'è qualcosa che non torna. I gay fino a qualche anno fa ostentavano la loro diversità con caroselli variopinti nei quali uomini in tanga e tacchi a spillo esibivano con orgoglio i loro culi e deridevano i simboli cristiani.  Oggi i media oscurano queste carnevalate e rappresentano il gay come un individuo responsabile e, sotto ogni punto di vista, uguale agli altri: perché? Perché per ottenere il consenso della società alle unioni civili il mondo omosessuale ha dovuto accettare questa evoluzione imposta dai media. Ciò prova come anche questa categoria sia stata manipolata, al pari delle donne. Con i matrimoni gay si è imposto quasi istantaneamente un fatto nuovo di cui in precedenza non si era mai parlato in pubblico: il riconoscimento delle adozioni gay. Perché questo silenzio? Perché la questione delle adozioni era un tema poco sentito all'interno della comunità omosessuale. Ecco un altro esempio di eterogenesi dei fini. "Lor signori" perseguono un progetto di potere oligarchico e quindi anti-democratico, perciò si servono delle minoranze organizzate per svuotare di significato la democrazia. Affinché questa dittatura delle minoranze non sia una semplice moda, ma duri e si consolidi nel tempo, occorre strappare l'educazione dei giovani dalle "grinfie" delle famiglie tradizionali: così intellettuali liberal, gay e femministe militanti si propongono come educatori delle nuove generazioni. Tutto ciò ha prodotto, nelle scuole e fin anche negli asili, il moltiplicarsi di iniziative volte a negare le differenza di genere, di razza e di cultura. A cominciare dalla censura dei simboli identitari - i crocefissi, le recite di Natale, le feste della Mamma e del Papà - in nome di un laicismo pruriginoso e intrinsecamente contraddittorio, che pretende di difendere le differenze di pochi colpendo l'identità di molti.
   Ritorniamo alla campagna di RTL: il secondo spot della campagna - "Papà moderno" - e il quarto - "Gender equality" - sono di difficile interpretazione, perché sono ambigui. Il papà moderno, Davide, è  qui rappresentato con lo stereotipo del giovane padre single. Allo stesso modo la "Gender equality" si materializza nell'immagine di una donna giovane e brillante di nome Chiara, che vuole fare l'astronauta: qui niente mariti e niente bambini tra i piedi. Il significato è sottile: la donna in carriera non ha un uomo al suo fianco col quale condividere il suo sogno di "toccare le stelle" e ha rinunciato alla famiglia. Solo l'unione interraziale legittima il desiderio di maternità della donna: come nel caso di Alessia, "sposata con Abel". Un filo sottile lega tutti questi spot.

   La campagna pubblicitaria di radio RTL dimostra che il genderismo è l'altra faccia del multiculturalismo, così come la propaganda multietnica e omosessuale è l'altra faccia di quella censura che vuol reprimere il comune sentire della gente: quel comune sentire che è chiamato dai media razzista, sessista, omofobo e fascista. La campagna che ho raccontato ha fotografato l'Italia di domani secondo i desideri di "lor signori": una società in via di estinzione - fatta di padri single, di donne in carriera e coppie omosessuali - sostituita dall'immigrazione e dal meticciato. L'unione eterosessuale trova una legittimazione solo nel fine superiore di creare questo meticciato. Tutto già scritto nel piano Kalergi. E la famiglia tradizionale? Non è "normal" per "lor signori"!
   Cari lettori, io vi domando: non sentite l'invadenza di questa opera manipolatoria attuata dai media? Non percepite come minacciosi i fini mai dichiarati di chi promuove questa operazione? Perché fare pubblicità costa e chi paga si aspetta un tornaconto: - ma quale? Sappiate che le grandi aziende hanno un protocollo collaudato per gestire i media in occasione degli scandali. Si inizia tacitando tv e giornali con l'acquisto di spazi pubblicitari: se lo scandalo viene soffocato, è più facile per il magistrato procedere all'archiviazione di un'indagine penale. In questo caso la regola vuole che la pubblicità sia incentrata sulla Marca, non sul prodotto, e che venga sviluppata secondo le linee guida della responsabilità sociale dell'azienda. Così tv e giornali cessano di fare informazione e diventano complici del cliente, che paga per ripulire la propria immagine pubblica. Un'altra vecchia tecnica è quella di fidelizzare i propri clienti più prestigiosi per timore che fuggano: perciò si regalano spazi pubblicitari, trasformando altresì queste Marche in testimonial per la propria Marca. Due piccioni con una fava. La domanda che sorge spontanea è se questo sia il caso della campagna pubblicitaria di radio RTL o se si tratti di una semplice coincidenza.
   E' bene che il lettore sappia che "Il Fatto Quotidiano" del 22 aprile 2014 riporta la notizia che la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha ordinato la perquisizione di tutte le sedi e le redazioni di radio RTL. L'operazione è si è resa necessaria per chiarire i rapporti tra Nicola Tripodi, boss della omonima cosca dell'Ndragnheta di Vibo Valentia, e la Gest.i.tel, società controllata al 90% da RTL. L'unica fonte di reddito dichiarata del boss sarebbe proprio lo stipendio ricevuto da questa società, che si occupa di apparecchiature per le telecomunicazioni, impianti antifurto e antincendio. Un altro personaggio attenzionato dalla DDA in questa inchiesta è Fausto Congestrì, anch'egli dipendente della Gest.i.tel. e in affari col boss Tripodi nel settore dell'edilizia. Fausto Congestrì è fratello di Nicolino Cangestrì, un pezzo da novanta della massoneria che nel 2011 stava organizzando una Gran Loggia Scozzese Mediterranea del Sud. Secondo i carabinieri a quest'ultimo stavano per essere affidati importanti appalti per opere pubbliche da parte dell'allora sindaco di Catanzaro, Giuseppe Scopelliti. Quest'ultimo avrebbe anche elargito la bellezza di 600.000 euro a radio RTL: denaro pubblico, ovviamente. Il 12 agosto 2015 "Il Fatto Quotidiano" riferisce che "nel taccuino degli investigatori, finiscono numerose e sospette operazioni bancarie" tra RTL e diverse società di Cosimo Campennì relative alla raccolta pubblicitaria. Campennì sarebbe parente del boss Giuseppe Mancuso. Quali rapporti intrattiene Lorenzo Suraci, proprietario di RTL, con i boss della 'Ndrangheta? Lo ha chiesto in un interrogatorio il sostituto procuratore della DDA Pierpaolo Bruni, ma il Suraci si è avvalso della facoltà di non rispondere. Suraci ha ricevuto un avviso di garanzia dal magistrato.
   L'ultima bomba l'ha sganciata il pentito Simone Canale, che nell'ambito di un'altra inchiesta di 'Ndrangheta ha riferito che i picciotti in libertà comunicavano con i boss in carcere per mezzo di messaggi trasmessi da radio RTL: la notizia è riportata in "La C News" in data 18 marzo 2018. Canale racconta anche che nella 'Ndrangheta vige un codice d'onore: la donna mangia dopo l'uomo, in disparte, e talvolta mangia solo gli avanzi. Non è dato sapere se Suraci, che è impegnato in prima persona nella lotta contro le discriminazioni di genere, ha avuto occasione di affrontare l'argomento con il boss Nicola Tripodi. Di sicuro la lotta alla Mafia, per la quale tanti uomini delle Istituzioni e semplici cittadini hanno pagato un prezzo altissimo, non rientra nel progetto di responsabilità sociale promosso da radio RTL.
   Naturalmente occorre aspettare la conclusione dell'intero iter processuale prima di accusare qualcuno e questo vale anche per Lorenzo Suraci. Però alcune considerazioni si possono fare riguardo ai temi - tutti di natura politica - della campagna di RTL e alla tempistica scelta per questa campagna, che sembra legata a doppio filo all'inchiesta giudiziaria della DDA di Catanzaro. "A pensar male si fa peccato, ma ci si prende sempre!" - amava ripetere Giulio Andreotti, ma forse si sbagliava. Chissà...










Enrico Montermini, 10.05.2018


#genderismo #multiculturalismo #meticciato #Kalergi #RTL #'Ndrangheta

Commenti

  1. Montermini lei e tanti altri bloggher e giornalistI che SANNO siete dei veri acrobati dei veri equilibristi non vi invidio deve essere una vita d'inferno,per una virgola in piu I veri padroni di Tutto Media banche Massonerie mafie ecc gli EBREI vi possono far finire col sedere per Terra in un nano secondo ,si ricordi Montermini che le maggiori responsabilita di quel che sta accadendo sono degli intellettuali che non fan niente per svegliare il popolo

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    1. Io ci provo, assumendomi grandi rischi e senza guadagnare un centesimo da tutto ciò.

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