RISPOSTA A FIAMMA NIRENSTEIN di Enrico Montermini
In questi giorni il brutale omicidio di Mireille Knoll, un’ottantenne
sfuggita alla Shoah, per mano di un magrebino a Parigi è diventato il pretesto per il solito teatrino dell’indignazione.
Dalle pagine de “Il Giornale”, la Nirenstein grida la sua rabbia:
<< Gli ebrei d'Europa,
comprese Inghilterra e Russia, sono accerchiati, se ne vogliono andare, vedono
che anche se alla fine le leadership accettano l'idea che si tratta di attacchi
antisemiti, nessuno ha voglia di fronteggiare il vecchio mostro, che è di
sinistra come Corbyn, di destra come la Le Pen, islamico come gli immigrati - scrive la Nirenstein. - Questo è molto più allarmante per il Vecchio Continente che per gli ebrei. Gli
ebrei possono sempre trovare una patria in Israele. Invece gli europei non
hanno dove andare. L'antisemitismo li distrugge come fece negli anni '30 e '40.
Gli europei sono e saranno costretti a subire le cause e le conseguenze di una
malattia cognitiva spietata, della dissonanza demenziale fra ciò che la società
crede di essere e la triste realtà. Senza futuro economico e culturale,
l'Europa perde di vista il passato in cui sono stati trucidati 6 milioni di
innocenti >>.
Parlando di immigrati è strano che la Nireinstein ignori il ruolo degli intellettuali israeliti, in Italia e in
Europa, a favore del multiculturalismo e del meticciato. Eugenio Scalfari, ad esempio, afferma con sicurezza che <<
si profila come fenomeno positivo, il meticciato (...) Questo è un futuro che dovrà realizzarsi entro due o tre generazioni
e che va politicamente effettuato dall’Europa. E questo deve essere il compito
della sinistra europea e in particolare di quella italiana >>. Gli fa eco Corrado Augias secondo il quale << il meticciato per essere fenomeno
evolutivo ha bisogno di un habitat adeguato che dobbiamo costruire
politicamente. Lì c’è la sfida >>. Ancora più esplicita è Barbara Lerner
Spectre, fondatrice e direttrice di “Paideia”, l’organizzazione che seleziona e
forma la classe dirigente ebraica dell'Europa di domani: << Penso che ci
sia una rinascita dell'antisemitismo perché in questo momento l'Europa non ha
ancora imparato a essere multiculturale. E penso che saremo parte degli spasimi
di quella trasformazione, che deve avvenire. L'Europa non sarà le società
monolitiche che erano un tempo nell'ultimo secolo. Gli ebrei saranno al centro
di tutto ciò. È un'enorme trasformazione per l'Europa. Ora stanno entrando in
uno stato d’animo multiculturale e gli ebrei saranno offesi a causa del nostro
ruolo di guida. Ma senza questo ruolo guida e senza quella trasformazione,
l'Europa non sopravvivrà >>. In questa società multietnica e multiculturale è stata uccisa Mireille Knoll. Qualcuno, a questo punto, dovrebbe ammettere di aver sbagliato, ma non è così. Tacciono gli ebrei "antinazionali" Augias e Scalfari, mentre quelli come la Nireinstein tirano fuori l'alibi dell'antisemitismo e accusano i nemici di Israele:
<< Il vecchio stereotipo dell'ebreo
apolide e antinazionale, egoista e individualista, che dominò il pensiero
antisemita di destra non esiste; semmai, per gli antisemiti attuali gli ebrei
sono troppo «occidentali» legati all'idea di nazione, identità, patria... Tutte
cose che ne fanno una derivazione naturale dello Stato d'Israele ed ecco il
punto teorico centrale dell'antisemitismo attuale >>.
A mio avviso la criminalità, l'immigrazione clandestina e il terrorismo sono
un problema per tutti, non solo per gli ebrei. Si tratta di un'emergenza di ordine pubblico e come tale andrebbe risolta. Per quelli come la Nireinstein, invece, è un problema di politica estera. Le polemiche pretestuose di questa donna sono uno specchio dei tempi in cui viviamo. Prigionieri di un'ideologia paralizzante, che pretende di declinare tutti i problemi della società nel razzismo, noi non abbiamo più gli strumenti necessari per comprendere la realtà. Non potendo chiamare i problemi col loro nome, stentiamo a identificarne le cause, gli effetti e le soluzioni. Siamo solo spettatori inermi di uno squallido spettacolo: la politica dell'indignazione a comando. Un infame teatrino che fa comodo solo a politici e intellettuali in cerca di visibilità. Proprio come la signora Nireinstein.
Fiamma Nirenstein è la più fiera portavoce del Sionismo in Italia. Per molti anni è stata l’inviata della RAI per il Medio Oriente. Nel 2008 è diventata Vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. Il suo impegno in difesa degli interessi dell'Italia nel mondo è stato così zelante e lodevole da segnalarla all'attenzione di Netanyahu, che nel 2015 l'ha candidata per il ruolo di Ambasciatore dello Stato di Israele in Italia. Il curriculum della Nirenstein la dice lunga su quanto sia imparziale l’informazione pubblica e su quanto la politica estera italiana sia autonoma rispetto agli interessi di Israele.
Enrico Montermini, 29.03.2018
(URL consultato in data 29.03.2018)
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