RENZI, BERLUSCONI E IL POKER DEL QUIRINALE

di Enrico Montermini


Avete mai visto un incallito giocatore al Casinò? Egli non si staccherà dal tavolo da gioco quando perde, perché vuole rifarsi, né quando vince, perché la sorte gli è propizia.  La Fortuna gira e lui continua giocare. Abbandonerà il tavolo da gioco solo quando non avrà più soldi per rilanciare: quando avrà perso tutto. Questo è il segreto del Casinò: alla lunga il Banco vince sempre. Quanto accade nella politica di oggi è la ripetizione di ciò che accade nelle case da gioco, dove è il presidente Mattarella che tiene il Banco e dà fuori le carte. E a chi deve la sua elezione Mattarella? A Renzi e Berlusconi. Per questo è molto difficile che Mattarella dia un incarico di governo a Salvini o Di Maio. Sul primo nome c’è il veto di Renzi, sul secondo quello di Berlusconi. I due attori del patto del Nazzareno giocano di sponda.

Quando si accordarono per la legge elettorale, Renzi e Berlusconi avevano un piano inconfessabile: un governo di grande coalizione che tenesse il M5S fuori dalle stanze del potere, che contenesse la Lega Nord entro argini ben precisi e che facesse piazza pulita a Sinistra di tutti i rivali di Renzi. Il presidente Mattarella, che quella legge firmò senza sollevare obbiezioni, fu il garante di quegli accordi segreti che avrebbero reso ineludibili le larghe intese e avrebbero conservato la centralità del Quirinale sulla scena politica. Tuttavia l’esito delle elezioni ha sconvolto tutti i giochi: il PD è stato ridimensionato oltre le aspettative e la vecchia guardia che Renzi ha cacciato dal PD è ancora in Parlamento pronta a fargli la guerra, mentre Berlusconi ora recita il ruolo ingrato di socio di minoranza nella coalizione di Destra.

Non è affatto vero – come molti sostengono – che dalle elezioni non sia emerso in modo chiaro un vincitore e che sia impossibile formare un governo in queste condizioni. I vincitori ci sono: sono i leghisti e i grillini, i soli ad avere i numeri parlamentari per governare e che pertanto devono farsi carico di tale onere. Siamo giunti a questo punto perché al Nord ci sono problemi di tasse alte e sicurezza, mentre al Sud c’è un problema di disoccupazione diffusa: di fronte a questi problemi gli elettori hanno detto chiaro e tondo che non hanno fiducia nelle promesse di Berlusconi e di Renzi. Forza Italia e Partito Democratico, che sono stati i due assi su cui ruotava la politica della Seconda repubblica, insieme hanno preso sì e no il 35% dei voti: ciò significa che un’epoca politica si avvia al tramonto e una nuova sta per sorgere.

A tale scenario Renzi e Berlusconi non si rassegneranno mai, ma resisteranno con tutte le loro forze fino a quando avranno le spalle coperte dal Quirinale: questa è la ragione dello stallo politico post-elettorale. È Mattarella che distribuisce le carte e che potrebbe trovare un forte alleato nei mercati per imporre al Paese una soluzione d’emergenza gradita ai due protagonisti del patto del Nazzareno. A meno che Salvini e Di Maio non dimostrino la tempra degli statisti e facciano il grande passo di un’intesa che rottamerebbe una volta per tutte la Seconda repubblica e tutte le sue porcate. Questa è la sfida su cui la Lega Nord e il Movimento Cinque Stelle si giocano la loro credibilità di fronte agli italiani.

Enrico Montermini, 9.04.2018

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