UN CASO MEDIATICO: L’ADESIVO DI ANNA FRANK di Enrico Montermini

Anna Frank con la maglia giallorossa. Il fotomontaggio compare in un adesivo appiccicato su una parete di plexiglass allo stadio Olimpico. La DIGOS ha già identificato i responsabili del gesto: si tratta di quindici imbecilli, tra i quali due minorenni. Ora dovranno rispondere di incitamento all’odio razziale di fronte all’autorità giudiziaria. Sebbene l'indignazione dei nostri concittadini israeliti sia pienamente giustificata, occorre distinguere i fatti dalle emozioni. Soprattutto in tempo di campagna elettorale, quando cose grandi e piccole vengono distorte e amplificate per fini propagandistici.







Un pretesto per reprimere il dissenso?
Se i ragazzi romani pensavano di fare un atto di goliardia si sono sbagliati di grosso. Usare l’immagine di una ragazzina di quindici anni morta in un lager come sfottò sportivo non solo configura l’ipotesi di un reato penale, ma è anche un gesto moralmente rivoltante. Anna Frank è il simbolo delle vittime innocenti dell’antisemitismo: se io fossi ebreo, mi sentirei offeso per quell’adesivo. Ecco perché non posso che associarmi all'appello della presidentessa degli ebrei romani, Ruth Dureghello, che aveva chiesto una netta condanna dell'episodio da parte di tutti, a partire dal mondo del calcio.


Ciò che invece non condivido è la posizione del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che ha rifiutato di incontrare il presidente laziale Lotito che intendeva porgergli pubbliche scuse: << Servono iniziative concrete, anche repressive >>. Dello stesso avviso sembra il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Giuseppe Marciante, secondo il quale << varrebbe la pena di stringere sempre più anche attraverso la legge su questi atti criminali >>. Il prelato invoca un vero e proprio brain washing della gioventù italiana << soprattutto attraverso un percorso educativo all’interno delle scuole >>. A tutti questi appelli ha risposto il presidente della Repubblica Mattarella, che parla di un atto << allarmante per il nostro Paese, contagiato dall'ottusa crudeltà dell'antisemitismo >> e annuncia di aver convocato il ministro degli Interni per chiedere un giro di vite. Sinceramente, mi sembra un po' un troppo per un adesivo appiccicato da un tredicenne allo stadio!

Col passare dei giorni la faccenda si sta palesemente tramutando in una montatura mediatica volta a promuovere obiettivi che nulla hanno a che fare con i fatti in questione. Essa si inserisce in un contesto in cui l'oligarchia corrotta che governa il Paese si sente minacciata dall'indignazione popolare: da qui l'azione di gruppi trasversali che in parlamento premono per rafforzare le misure in difesa dell’ordine pubblico e per inasprire le pene contro i reati d’opinione. C'è poi una coalizione, che va dalla Sinistra estrema al mondo cattolico, che per portare i propri elettori delusi a votare conduce una battaglia identitaria sullo Ius soli. Infine ci sono veri e propri comitati d'affari che, arricchendosi col business dei migranti, si oppongono alla limitazione dei flussi migratori. In fin dei conti strumentalizzare la legittima indignazione degli israeliti per l'adesivo di Anna Frank fa comodo a tanti per ragioni tutt'altro che encomiabili.

La politica entra negli stadi

Il vicepresidente della comunità ebraica di Roma Ruben Della Rocca grida: << Mettiamo questa gente fuori dagli stadi. Il daspo lo diano le società di calcio, non facciano più abbonamenti, non vendano più biglietti a questa gente >>. Mi associo a queste parole e dico di più: fuori tutta la politica dagli stadi! Che lo sport resti tale: solo così può trasmettere valori sani ai giovani.

Purtroppo la FIGC è di diverso avviso e ha imposto la lettura pubblica di un brano dei Diari di Anna Frank prima delle partite di calcio. Ovviamente parecchi gruppi ultras protestano per la provocazione: non ci stanno a farsi bacchettare come se fossero tutti criminali per il solo fatto di essere dichiaratamente fascisti. Soprattutto se vi sono curve dove si può esibire tranquillamente la propria identità comunista. Quell'identità che autorizza il partito "Comunisti Italiani" a dichiarare che << le foibe sono una menzogna fascista >>.  Strano davvero che simili opinioni si possano esporre pubblicamente in Paese dove il solo dubitare dell'esistenza delle camere a gas è un reato punibile con il carcere. Questo doppiopesismo la dice lunga su chi comanda in Italia.

Se gli stadi si tramutano in centrali di indottrinamento politico significa che il pensiero unico globalista non tollera più zone franche. Tutto deve essere politicizzato, vale a dire manipolato e distorto a fini politici da coloro che con una mano reggono il megafono della propaganda e con l’altra impugnano il manganello della repressione. Chiaramente l’obbiettivo di questa manovra è il controllo della la fascia più esposta e più indifesa della società, cioè i giovani, ai quali la scuola già riempie la testa di vuote nozioni per disincentivare lo sviluppo del pensiero critico. Così vengono formati i cittadini di domani!









La memoria negata

Ritornando all’adesivo di Anna Frank, io credo che tanto allarmismo sarebbe pienamente giustificabile se fosse in gioco l’ideale del rispetto reciproco come fondamento della civile convivenza. In proposito il cardinale Piero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale italiana, afferma che << per una cosa del genere può scusare soltanto una leggerezza e un’ignoranza invincibile. È una cosa vergognosa che si arrivi a strumentalizzare anche la figura di una vittima innocente >>. Giusta osservazione: io però non ho udito una sola parola di condanna per l’atto di vandalismo contro la lapide che commemorava gli italiani vittime delle foibe.
Il fatto è accaduto poche settimane fa a Firenze, ma le televisioni e i quotidiani nazionali hanno censurato la notizia. I militanti del centro sociale di destra Casaggì, che hanno riportato a nuovo la targa, scrivono su Facebook: << Questa volta oltre alla vernice rossa, gli antifascisti hanno vergato una svastica accompagnata dalla scritta "nazi", come a voler rimarcare che infondo - essendo tutti "nazisti" - gli innocenti infoibati hanno fatto la fine che meritavano >>.
La stessa cosa è accaduta a Trento lo scorso maggio. Scrive un giornale locale: << La lapide è stata più volte imbrattata, divelta, fatta a pezzi. Il Comune la ripara e il giorno dopo qualcuno la distrugge. I partiti di destra scrivono un comunicato di condanna dell'accaduto e l'amministrazione si rimette al lavoro per ripristinarla. E così, all'infinito >>.
Episodi simili si sono ripetuti a Barletta in occasione del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, a Treviso lo scorso agosto, a Pisa in settembre, a Cagliari in novembre… Non si tratta, quindi, di episodi isolati. Si tratta piuttosto di una vera e propria campagna iconoclasta per negare agli italiani il diritto alla memoria, promossa col tacito consenso di quelle stesse autorità che poi pretendono di imporre al Paese il lutto collettivo per la Shoah.
Voltaire scrisse: “per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”. Ma si potrebbe anche dire: scoprite chi siete autorizzati a insultare impunemente e chiedetevi a chi giova tutto ciò e perché.







Scopriamo gli altarini

Non mi sembra un caso che al fianco della Comunità ebraica marcino le forze più illiberali e cosmopolite: il Vaticano, l'ex partito comunista e il meinstream culturale. I discepoli di Herzl, Torquemada e Stalin sono i soli ad avere il diritto di parola in questo Paese e lo esercitano attraverso un esercito di pennivendoli, che la politica ha sistemato in modo strategico nelle redazioni delle televisioni e dei giornali, nelle università, nelle scuole. Queste forze camminano a braccetto facendo affari, legittimandosi le une con le altre e cooperando per silenziare il dissenso.

Poiché in politica la frode paga più dell’onestà intellettuale l’oligarchia vuol negare il ricordo del genocidio degli italiani ad opera dei comunisti e la compromissione del clero cattolico col fascismo, mentre brucia incenso sull’altare del culto olocaustico. Affermare che il sangue dei vinti sia uguale a quello dei vincitori significa riconoscere che un crimine colossale - la guerra civile - è alla base della nostra società. Ammettere le proprie colpe e perdonare le colpe dell'altro significa rinunciare agli ingiustificabili privilegi che solo una divisione manichea del mondo tra buoni e cattivi, tra vittime e carnefici può occultare. Sul vittimismo della Comunità Ebraica, il moralismo del Vaticano e il giustizialismo della Sinistra post-comunista l’oligarchia ha costruito una società profondamente corrotta, classista e illiberale, degradando gli ideali della Resistenza a vuote formule retoriche e negando all’orgoglio patriottico il diritto di esistere. Non poteva essere diversamente: i valori della democrazia si realizzano nel reciproco riconoscimento e nel dialogo pacifico, mentre la guerra civile alimenta l’odio e la sete di vendetta, l’intolleranza e lo spirito di parte.

Esprimo la mia indignazione per l'adesivo di Anna Frank e la più completa solidarietà nei confronti dei miei concittadini di origine israelita. Lo voglio fare sperando che “i nostri fratelli maggiori" non credano davvero che le foibe siano un'invenzione dei fascisti e che gli ex-repubblichini meritassero di essere crudelmente seviziati e uccisi senza pietà a guerra già  finita. Una parola della Comunità Ebraica su questo tema sarebbe un nobile gesto, che chiuderebbe la bocca a quanti accusano la stampa sionista di aizzare gli italiani gli uni contro gli altri in nome del vecchio adagio "divide et impera". Quella parola, però, non l'ho ancora sentita e forse non la sentirò mai.


Enrico Montermini, 25.10.2017


#AnnaFrank #Lotito #Lazio #ebrei #ComunitàEbraica #Roma #foibe
 #ebrei

Commenti

  1. Lei Montermini e'sorprendente vuole accontentare tutti ,doveva fare il mediatore ,peccato che ormai anche I sassi lo sanno che il diario di Anna frank e' un falso basta leggere " R .Faurisson LA menzogna delle camere a gas" entravano nelle camere gas per prelevare I corpi fumando e mangiando !!! Roba da far venire giu ma palazzo ,ma fa lo stesso tanto il popolo pecora deve solo belare per voi

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    1. Se scrivo che a negare l'esistenza delle camere a gas si finisce in galera non esprimo un giudizio storico: faccio una constatazione che riguarda esclusivamente il Codice Penale. Ho letto Faurisson e con questo credo che ci siamo capiti: però il mio articolo parla di un altro argomento. Se però qualcuno si aspetta da me delle affermazioni antisemite resterà deluso: io non sono antisemita, sono anti-sionista; e se a qualcuno questo non sta bene, sono problemi suoi.

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  2. Non sto a polemizzare sul termine antisemita che non vuol dire niente e lei lo sa .Mi dispiace che anche lei stia dalla parte sbagliata pur sapendolo.Lei si meravigliera' ma voi italiani siete tutti fascisti potete anche iscrivervi a rifondazione o essere massoni lo stesso vi sarete ingannati piu a lungo ,Celine lo diceva e'una questione di sperma infinitamente piu importante di tutto il resto.Tutte le dottrine libri non cambiano l'anima di una persona,stando da tanto all'estero ho visto gli italiani sono fascisti nell'animo e il Duce lo aveva Capito per primo o per secondo xche' anche D'Annunzio lo aveva intuito

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