I PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION: UN SEGRETO INDICIBILE di Enrico Montermini

L’archetipo della lettura complottista: i Protocolli dei Savi di Sion. Un libro maledetto su cui molto è stato scritto e molto resta ancora da scrivere. Pubblicati per la prima volta nel 1905, i Protocolli furono accolti dall’opinione pubblica internazionale in modo ambivalente. Da un lato si fa notare che tutte le profezie in essi contenute si sono puntualmente avverate; e ciò dimostrerebbe la veridicità della congiura ebraica e massonica. Dall’altro si punta il dito sul fatto che quella congiura è in realtà il frutto della fantasia di Maurice Joly, che nel 1864 pubblicò un pamphlet, di cui i Protocolli sono un plagio evidente; e ciò dimostrerebbe la non-autenticità dell’opera. A mio avviso un'analisi serena e obiettiva del libro dovrebbe incentrarsi su questa inspiegabile contraddizione: come può un documento palesemente falso affermare fatti veri e verificabili?




Poiché dei Protocolli dei Savi di Sion si fece immediatamente un uso politico, questo interrogativo fu messo da parte e i termini del discorso furono spostati dal problema non-autenticità/veridicità verso una strada sdrucciolevole: quello della verità trascendente. In Germania, dove la congiura ebraico-massonica fu ritenuta reale, i Protocolli furono usati dai nazionalsocialisti come una “licenza per un genocidio”, per usare le parole dell’israelita inglese Norman Cohn. In Russia, dove gli ebrei costituivano il 90% del governo bolscevico, bastava il solo possesso del libro per condannare il possessore alla fucilazione immediata, senza processo. Tra i due estremi si collocano i Paesi cosiddetti democratici. In Inghilterra e negli Stati Uniti fin dal lontano 1920 la stampa sionista si batté per propagandare la tesi del complotto antisemita, usando l'argomento della non autenticità. In Svizzera si tenne un processo che dimostrò una verità processuale: ossia che ciò che non è autentico non può essere definito vero in aula di tribunale e quindi è una calunnia. Anche la sentenza fu però oggetto di speculazioni politiche, perché la verità processuale contraddiceva la verità dei fatti storici. A questo punto la parola dovrebbe passare proprio agli storici, ma pure costoro si sono lasciati manipolare dalla politica: poiché la Storia si fa sui documenti e quelli in questione non sono autentici, gli storici hanno battuto la via a senso unico di indagare chi e perché compose i falsi Protocolli. Ancora una volta restava inevasa la questione della veridicità: come facevano questi malvagi calunniatori e falsari a predire con sbalorditiva esattezza tutti gli avvenimenti più importanti del Ventesimo secolo? Possedevano forse una sfera di cristallo?

Ammettiamo per un attimo che qualcuno, conosciuto da tutti come un bugiardo, vi dica che possedete due braccia e due gambe: egli non ha forse detto, almeno per una volta, la verità? O la verità ha forse cessato di essere tale in bocca a un bugiardo (o presunto tale)? Crederete dunque di avere sei braccia come il dio Shiva solo perché tutti vogliono convincervi che colui che vi ha detto il contrario è un bugiardo? Ho posto queste domande retoriche per spiegare al lettore la molla che mi ha spinto a compiere ricerche più approfondite: quanto segue è il risultato dei miei studi.

Per quanto è dato sapere, i Protocolli furono pubblicati per la prima volta in Russia da Sergey Nilus nel 1905 in appendice al libro Il piccolo nel grande. In realtà singoli parti dei Protocolli iniziarono a circolare in forma privata già a partire dal 1897: l’anno del Primo Congresso Sionista a Basilea. In un primo momento Nilus affermò che i Protocolli erano il verbale delle riunioni segrete del Congresso. Quando gli fu fatto notare che il Congresso si tenne a porte aperte e che non tutti gli ebrei vi avevano partecipato, egli cadde nel tranello e cambiò versione. Nilus, insomma, mentiva e ciò bastò agli storici per parlare di un complotto politico. A nessuno venne in mente un’altra ipotesi: che Nilus, semplicemente, non conoscesse l’origine di quei documenti e che li avesse considerati autentici in virtù della loro veridicità. I due termini, come ho dimostrato, non hanno lo stesso significato; ma procediamo oltre. I primi protocolli furono pubblicati in forma non integrale su un giornale russo a partire dal 1903. Essi si basavano, come detto, su documenti che iniziarono a circolare privatamente dal 1897 e che provenivano dalla Francia. A Parigi operava in quel momento una sezione della polizia segreta zarista, la Okhrana, diretta dal noto antisemita Pyotr Ivanovich Rachkovsky. Una delle spie zariste a Parigi era Matvei Vasilyevich Golovinski, amico del figlio di Joly, che copiò (con minime differenze) interi passi del Dialogo all’inferno tra Machiavelli e Montesquieu confezionando così i Protocolli dei Savi di Sion.

Secondo gli storici il capo dell' Okhrana Rachkovsky e il ministro degli Esteri, conte De Witte, si sarebbero serviti dei falsi documenti per contrastare la diffusione di idee liberali, anarchiche, socialiste e nichiliste. I Protocolli, quindi, avrebbero proposto un’interpretazione artificiosa delle dinamiche storiche: avrebbero semplificato i fatti fino a distorcerli, facendo leva su pregiudizi anti-semiti e anti-massonici che erano largamente diffusi nella società europea. Storici e giornalisti si sono fermati qui, paghi di aver dimostrato la tesi del complotto antisemita. Io invece non mi ritengo soddisfatto dal momento che nessuno parla mai di Maurice Joly, il vero ispiratore - suo malgrado - del Protocolli. Questo silenzio è quantomeno sospetto.

I Dialoghi all'inferno tra Machiavelli e Montesquieu non contengono alcuna accusa contro gli ebrei. Si tratta invece di un pamphlet satirico contro il Napoleone III. L’opera mette a raffronto due modi di agire in politica: quello del Diritto, identificato con Montesquieu, e quello del Potere e cioè il tradimento, l’inganno, la corruzione e la violenza. Erano questi i sistemi raccomandati da Machiavelli al principe ideale, che per Maurice Joly era proprio Napoleone. L’autore dei Dialoghi era un socialista utopico e un massone affiliato alla Loggia La Clémente amitié: non sorprende perciò la sua avversione per i circoli cattolici e nazionalisti che sostenevano l’imperatore. Completiamo questa sommaria biografia ricordando che il principale finanziatore del giornale di Joly, Le Palais, era Cremiuex. Di trent'anni più vecchio, questo scaltro uomo politico israelita fu per lui un vero e proprio mentore.
Adolphe Isaac Cremieux fu il fondatore dell’Alleanza Israelitica Universale, una organizzazione politica e culturale che sintetizza i principi massonici della rivoluzione francese con l'ebraismo. Cremiuex fu inizialmente un seguace dell’imperatore. La sua ambizione si spingeva fino a sognare di diventare Primo ministro ed era sostenuta dai generosi finanziamenti del barone De Rothschild. Quando però Napoleone III si orientò sui servizi di un altro banchiere ebreo, questo importante uomo politico divenne un oppositore e tale rimase fino alla caduta della monarchia. Infatti nel 1871 troviamo proprio lui al fianco del barone De Rothschild a trattare la pace con il cancelliere Bismark dopo la guerra franco-prussiana, che era costata il trono all'imperatore. Cremieux fu anche Gran Maestro del Rito Scozzese e membro dell'Ordine di Memphis e Mizraim, due Riti del Grand Orient de France: la massoneria più anticlericale d'Europa. A testimonianza del suo odio per i gentili citerò un aneddoto. In occasione dell’omicidio rituale di Padre Tommaso a Damasco, un episodio che nel 1848 fece inorridire i salotti della borghesia europea, Cremieux usò tutta la sua influenza per ottenere la liberazione dell’assassino (ebreo) del missionario.


Ora la faccenda appare molto diversa da come ci è stata raccontata: sebbene i Protocolli dei Savi di Sion siano un falso, la loro fonte principale, che è il Dialogo all'inferno tra Machiavelli e Montesquieu, fu realmente composta in ambito ebraico, socialista e massonico. Proprio per questo il filo conduttore dei Protocolli è tipicamente massonico: il sovvertimento della società cristiana per affermare un nuovo ordine sociale - ordo ab Chao è il motto dei massoni Inoltre lo stesso mondo ebraico a cui alludono i Protocolli ha le sembianze di un'ordine segreto gerarchicamente organizzato, con a capo un gruppo di iniziati: i Savi di SionInfine i Protocolli, ricopiando i Dialoghi, rilanciano l’archetipo della congiura segreta contro l’umanità, che era proprio delle leggende nere che circolavano sui Gesuiti negli ambienti anticlericali. Forse non è azzardo ipotizzare che Golovinski, inventando la congiura giudeo-massonica, tentasse di dare un nome agli interessi che Joly serviva, sfiorando la verità senza riuscire a catturarla in tutte le sue infinite sfaccettature.

E' importante comprendere che tutti i protagonisti di questa vicenda sono individui opachi e difficilmente etichettabili, come spesso si incontrano nel mondo dello spionaggio. Per esempio Rachkovsky, il famigerato antisemita a capo dell'Okhrana, era stato in precedenza un agitatore studentesco e aveva persino diretto un giornale ebraico: L’Ebreo russo. Non meno sorprendente è sapere che egli favorì la carriera, in seno alla polizia segreta zarista, di un terrorista ebreo di nome Abraham Hackelman. Che dire poi del suo agente Golovinski , che passò al servizio dei bolscevichi dopo la Rivoluzione del 1917? Forse è meglio usare cautela prima di attribuire intenzioni politiche a soggetti che sono mossi dall'avidità, dalla sete di potere e dall'amore per intrigo piuttosto che dalle ideologie. Per queste ragioni non mi sento di affermare con certezza che i Protocolli dei Savi di Sion siano stati creati con l'unico scopo di fomentare l'antisemitismo: chi può dirlo con certezza?  


Curiosamente Rachkovsky e il conte De Witte risposero alle accuse di essere gli istigatori dei Protocolli attribuendone la paternità al grande illuminato Gerard Encausse detto Papus, il fondatore dell’Ordine Martinista. Infatti costui, già prima della pubblicazione dei Protocolli, aveva scritto di una congiura segreta che costringeva i governi delle nazioni a fare le guerre e a dettava i termini dei trattati di pace per il profitto del “sindacato della finanza” e cioè dell’oligarchia finanziaria internazionale. La congiura, a suo dire, mirava a favorire la fortuna di pochi uomini: i promotori della congiura.

Perché mai Papus lanciò un’accusa tanto ardita? Perché egli aveva conosciuto lo zar Nicola II e si era guadagnato la sua fiducia. Per conservarla e per sfruttarla a vantaggio degli interessi che serviva, Papus inviò alla corte di San Pietroburgo il suo maestro Nizier Anthelme Philippe alias Maitre Philippe da Lione. Quest’ultimo usò i poteri taumaturgici di cui si diceva investito per proteggere la famiglia imperiale e iniziò lo zar al martinismo. Secondo gli storici dell’esoterismo Maitre Philippe mise in piedi le Logge martiniste in Russia, nelle quali attirò ricchi aristocratici e potenti burocrati. A capo della massoneria martinista russa si pose Nicola II in persona. Le accuse di Rachkovsky e del conte De Witte (un cugino della Blavatsky) contro Papus si devono quindi contestualizzare in una faida interna alla corte di San Pietroburgo, che si concluse con l’allontanamento di Maitre Philippe e l'ingresso in scena del mistico Rasputin. Se le rivelazioni di Papus arrivarono all'orecchio dello zar, la sua reazione potrebbe aver spinto l’Okhrana ad agire, utilizzando il testo di Joly per fini che a questo punto non sono affatto chiari. Accenno appena al fatto che nel 1905 (o poco prima) la polizia segreta zarista aveva stretto un'alleanza inconfessabile con la Grand Lodge de France per portare avanti un progetto politico che resta tuttora avvolto nel mistero. Questa, però, è una storia che ci porterebbe molto lontano: meglio fermarsi qui per il momento.

Con questo articolo credo di aver svelato l’identità di coloro che si nascondono dietro l'espressione "Savi di Sion": gli alti dignitari della massoneria del Rito di Memphis e Mizraim e dell’Alleanza Israelitica Universale, patrocinate dal denaro dei Rothschild. L’esistenza di questo centro di potere occulto rimase celato dietro l'ipotesi di una generica congiura dell’intera razza ebraica: in altre parole i Protocolli dei Savi di Sion fabbricarono una copertura perfetta per i veri congiurati. Se ciò sia stato intenzionale o meno non posso affermarlo con certezza. Quando però l’industriale israelita Walter Rathenau rivelò alla stampa l’esistenza di un complotto di "trecento persone che si conoscono tra loro" e si sono autonominate padrone dell’Europa, il vaso di Pandora fu finalmente scoperchiato. Rathenau divenne nel 1922 Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar e a quel punto si trovò nella posizione di rivelare importanti retroscena della congiura - quella vera, intendo - ai governi europei. Bisognava richiudere il vaso di Pandora prima che fosse troppo tardi: quattro mesi dopo la sua nomina  Rathenau fu ucciso da terroristi di estrema destra. Così nessuno più si domandò chi fossero i membri del “Comitato dei Trecento”: il mondo pianse invece l’ennesima vittima dell’antisemitismo agitato dal libro maledetto, i Protocolli dei Savi di Sion.


Riassumendo:
1) i Protocolli non sono documenti autentici, ma il loro contenuto è in gran parte vero e verificabile; infatti
2) la fonte principale a cui attingono i Protocolli è un pamphlet scritto in ambito massonico ed ebraico; e infine
3) l'idea di una generica congiura ebraica e massonica (o viceversa di un complotto anti-semita) ha finora occultato l'esistenza di una reale congiura, che da oltre un secolo viene condotta dal casato dei Rothschild e dai suoi agenti.


Enrico Montermini, 6.11.2017


#ProtocollideiSavidiSion #Rathenau #Papus #Rachkovski #antisemitismo #Okhrana #complotto #finanza      #sionismo    #martinismo    #Papus     #AlleanzaIsraelitaUniversale      #massoneria    #MemphiseMisraim     

Commenti

  1. bravo davvero interessante la ricostruzione! aggiungo 2 cose di mio , io lessi il libro... poi tempo dopo lessi il "piano di rinascita democratica" di Gelli... la stessa cosa!!! poi lessi il programma di Berlusconi e FI .... che somiglianza col piano di Gelli! senza contare che le tecniche enunciate nei protocolli trovano applicazione in ogni talk show televisivo , in ogni tribuna elettorale e dibattito giornalistico... "Applausi!!! Applausi!!!"

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    1. Carlo trotalli quello che dice e'vero dopo 2 bottiglie di vodka ,ma che paragoni fa ! Montermini encomiabile un vero equilibrista ,la invidio si vede che lei vorrebbe sbilanciarsi e invece niente self control ,io che non ho bisogno visto che sono lontano da ZOG le diro che per me conta solo LA realta' attuale: TUTTO ECONOMIA E INFORMAZIONE SONO IN MANO AGLI EBREI e chi lo nega puo far le valigie per and are all'inferno garantito.digitate "Giovanni preziosi PDF" questo era un coraggioso!!!!!

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  2. Qui qualche informazione in più sul mistico Rasputin, che credo sia più corretto chiamarlo San Rasputin: www.russiainedita.com/rasputin.html

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  3. Interessante scritto che purtroppo dice e non dice.

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  4. Iniziamo dal primo, forse fatuo (il lettore avrà buona grazie di perdonarci questa futilità…) come quello che troviamo nel film di Sergio Leone C’era una volta l’America.
    Forse è davvero la superficie opaca che ci condiziona, a rimando, e ci dà bagliori illusionistici, ingannevoli.
    Ma il film inizia e termina con De Niro immerso nei vapori allucinogeni di una fumeria d’oppio … cinese.
    Quisquilie, certo.
    Ma sappiamo come certa filmografia sia responsabile e conscia di certi messaggi che lancia, e vuol lanciare.

    Certa pubblicistica anche.
    Pochi hanno notato che Gomorra di Saviano inizia con una visita nei meandri del porto di Napoli attraverso i container importati clandestinamente dalla Cina.
    Finzioni romanzesche di sicuro.

    Scena 2
    Dominique Gaston André Strauss-Kahn, grand commis di Stato in Francia, economista noto, tanto da esser stato direttore del Fondo Monetario Internazionale, il 14 di maggio del 2007 viene ammanettato ed incarcerato – a New York - a seguito dell’arresto causato dalla denuncia di una cameriera dell’hotel in cui si trovava Strauss-Kahn.
    DSK, come molti lo appellano, ha chiare ascendenze israelite.
    Con il suo plateale arresto cade un mondo degli untouchables israeliti.
    Ma, notiamo, magari si tratta solo di una “frangia” perdente, e perciò soggetta al ludibrio pubblico.

    Scena 3
    Se vogliamo anche i casi di Bradley Manning, il militare informatico americano che ha nutrito Wikileaks di una serie infinita di informazioni riservate che hanno fatto scalpore in tutto il mondo, sebbene la reliability di Julian Assange è tutta da provare, e di Edward Snowden che come transfuga dai servizi segreti statunitensi ha messo a conoscenza l’intero globo di una fittissima attività di spionaggio perpetrata dalle intelligence americane a danno dei propri alleati sono da considerare il segno tangibile di una vera e propria décadence geopolitica e militar-ideologica per l’intero Dio d’America…

    Scena 4
    Lehman Brothers Holdings Inc., fondata nel lontano 1850 era una società che apparteneva al parterre de roi dell’Établissment mondiale del Denaro, di derivazione israelita, il 15 settembre del 2008 è ricorsa al Chapter 11: la procedura di bancarotta.
    La più grande bancarotta della storia degli Stati Uniti.

    Scena 5
    Centocinquanta anni di prigione vengono comminati – per truffa aggravata - a Bernard Madoff, israelita, titolare di uno dei più rinomati fondi di investimento su scala mondiale, nel marzo del 2009. Perdono denaro a vagonate entità sacre come l’Elie Wiesel Foundation, la Women’s Zionist Organization of America, la Steven Spielberg Wunderkinder Foundation financo ospedali israeliti.

    Scena 6
    Edmond Jacob Safra, banchiere e filantropo nato a Beirut, ma israelita, nel 1932 muore nel dicembre del 1991 in maniera atroce rinchiuso nel bagno del suo lussuoso appartamento a Montecarlo nonostante tutte le misure di sicurezza che erano costantemente approntate per un uomo tra i più potenti al mondo.
    Ma c’è da notare anche un altro fatto importante.
    Safra era stato fatto oggetto di un battage mediatico di estrema virulenza il quale – strano a dirlo – pareva trovasse sponda in ambiti non solo assai distanti tra loro, ma addirittura piazzati su fronti contrapposti.
    Difatti si scagliarono contro Safra con accuse che andavano dalla classica quanto stucchevole cospirazione giudaica, al traffico di stupefacenti, all’esser implicato nell’affaire Iran-Contra, ad aver legami colla CIA, e chi più ne ha, più ne metta…, settimanali sinistrorsi e non certo antisemiti come “L’Espresso” che media alternativi come quelli ispirati alla figura di Lyndon LaRouche, financo a giornali francesi dichiaratamente antisemiti.
    Cos’era successo?
    Cosa bolliva sotto le braci?

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